Pubblicato su Il Monferrato di venerdì 27 novembre
L’autunno della pandemia, quello della seconda ondata che tutti aspettavamo come uno scenario certo ha un’atmosfera strana, i negozi hanno le saracinesche abbassate ma le città brulicano di persone che con motivi pretestuosi bazzicano per le vie come se essere classificati in zona rossa sia una mera formalità. I dati, molto allarmanti, vengono ignorati e non provocano gli stessi effetti di marzo che ci lasciavano ammutoliti e confusi. Ora il tema dei vaccini copre le prime pagine dei giornali e poco importa se nel frattempo intorno a noi vi è una situazione straziante, l’unico pensiero è il Natale, quante persone potremo invitare?
Si sentono in giro situazioni illogiche, una persona che esce dalla sua abitazione per andare a recuperare il suo cane che è scappato dalla casa dei genitori e viene fermata dai carabinieri e sanzionata per aver trasgredito le regole. Giusto. Eppure in città il traffico autostradale non sembra diminuito e i parcheggi sono pieni di auto, ogni giorno della settimana. Cosa dire poi dei video che circolano sui social della accensione delle luminarie alla presenza di una folla di curiosi, prontamente rimossi?
Sento di persone, isolate da giorni a causa di positività al virus, che per poter rientrare al lavoro sono costretti a spostarsi di parecchi chilometri per fare il tampone di controllo, ad esempio, Arona.
Come giudicare coloro che improvvisamente si sono scoperti atleti e corrono sull’argine che porta alla pista ciclabile, di domenica giorno di per sé affollato di persone, che si destreggiano tra i passanti sbuffando come buoi senza (ne museruola…) ne mascherina? Altro che distanziamento, oltre alla mancanza di educazione!
Le persone vivono questa seconda ondata come l’ultimo sforzo a cui non vogliono cedere prima del ritorno alla normalità, tacitamente incoraggiati, quasi come se da un giorno all’altro tutto debba finire e il Covid-19 sarà solo un lontano ricordo da archiviare rapidamente. Non potrà essere così! Questo virus ha portato via moltissime persone e molti stanno ancora subendo le sue conseguenze subdole e altrettanti sono coloro che sono in lista di attesa da quasi un anno ormai per poter accedere alle strutture ospedaliere e curarsi per malattie pregresse e non possono farlo perché tutto è ostruito da questa emergenza sanitaria.
Si tenta di parlare il meno possibile della situazione contingente, i medici e gli infermieri non sono più menzionati quali eroi della precedente ondata, e le vittime di questo virus hanno raggiunto in questi giorni picchi preoccupanti.
Si incrementino i controlli e si facciano rispettare le regole! Ogni persona deve fare la sua parte affinché la curva dei contagi inizi la sua discesa e si torni a una normalità di cui certamente occorre rivedere il suo significato. A nessuno piace vivere con queste restrizioni ma rappresentano un dovere morale, per tutti.