Ho detto a una bambina di dieci anni che dovevo scrivere un pezzo sull’8 marzo, e che quest’anno non sapevo da dove cominciare. E lei mi ha risposto: “Parla delle donne uccise. E di come Giulia Cecchettin ci abbia acceso gli occhi”.
“Aperto gli occhi”, l’ho corretta. Lei ha ripetuto: “Acceso”. E ho capito che aveva ragione.
Così ho deciso di cominciare da quel corteo e da quella piazza San Giovanni – strapiena, a Roma – che abbiamo dimenticato troppo presto, eppure era solo il 25 novembre. C’era freddo e c’era vento, ma erano tante, tantissime. Nessuna sigla, nessun partito, nessuna organizzazione potrà mai rivendicarle tutte.
Fonte: La Stampa.it – di Annalisa Cruzzocrea – 8 Marzo 2024