“BONIFICA” DELL’EX-PIEMONTESE, TRA’ AZZARDO E SPRECHI

Riproponiamo un’accorata e incisiva lettera di Gianni Turino pubblicata su “Il Monferrato” il 2 febbraio 2018. Unitamente ai nostri appelli scritti e verbali, l’Amministrazione ha totalmente ignorato le rimostranze dei cittadini ed in particolare del quartiere Ronzone. Beffardamente a giochi fatti l’Amministrazione convoca un’assemblea di quartiere per “spiegare” cosa avverrà! Associazioni e residenti del quartiere chiedono lo stralcio della delibera e la destinazione dei fondi (3.450.000 euro!) ad altre bonifiche ben più urgenti!

 

“RISANAMENTO” DELLA PIEMONTESE. UN DELITTO ED UNA FOLLIA

Ho letto dell’intenzione della Amministrazione comunale di realizzare un impianto sportivo nell’area della ex Piemontese, previo “risanamento” del terreno.  Questa operazione è un delitto, anzi molto peggio: una follia.

Quest’area-dopo la chiusura della cementerai Marchino (16 agosto 1965) fu acquisita dall’ ETERNIT e su di essa vennero scaricate, e quindi tritate a cielo aperto, per quasi vent’anni, milioni di tonnellate di ritagli di amianto – cemento provenienti dagli stabilimenti ETERNIT di tutt’Italia, isole comprese (Cavagnolo, Emilia, Napoli, Siracusa).  Questo perché lo stabilimento di Casale era stato dotato di un impianto che consentiva di recuperare, dalla frantumazione dei ritagli, materie prime ancora utilizzabili per la produzione.

Nel 2004 la lista che poi vinse le elezioni amministrative di Casale, presentò un programma – che, nero sul bianco e pezzo forte nella propaganda elettorale, dichiarava che l’area della Piemontese sarebbe stata totalmente destinata a VERDE PUBBLICO.

Raccattati i voti dei residenti, decisivi per la vittoria alle elezioni, fecero pernacchie del loro programma e l’area fu destinata, nonostante le proteste di chi risiedeva nei paraggi a zona intensamente edilizia.

È questa la più squallida operazione politica, un’autentica truffa strumentalizzata al consenso, della storia di Casale.

Su quell’area, intensamente abitata, oggi c’è anche un asilo.

Far scavare, con il presupposto del risanamento là dove giace una quantità enorme di amianto, il terreno ancora libero è delittuoso, e questo è un concetto ovvio alla portata anche di Giuuanola.

Aggrapparsi, come ho visto fare da assessori sui giornali, al “risanamento sicuro“ e a paroloni di moda sul tipo “riqualificare”, serve  solo per sciacquarsi la bocca quando non si hanno idee.  Non mi riferisco ai costi, pure rilevanti, ma alla ragione: la terra andrà “sgroppata”, raschiata, rivoltata ed è inevitabile che qualche pulviscolo finisca nei polmoni di qualcuno. E lì, ripeto – oltre alle abitazioni – c’è un asilo (UN ASILO!!!)

La latenza della fibra che può scatenare la terribile malattia è quarantennale.

Se si vuole “riqualificare“ (sic!)  il Ronzone, si diano incentivi per rendere “urbana” la zona che va dalla circonvallazione (Esselunga) al ponte di via Oggero.

L’impianto sportivo, se serve, (ma non sarebbe più logico restaurare il Natal Palli?) lo si faccia realizzare in altri luoghi più sicuri.

Spero di cuore, per la mia Città e   per il mio Ronzone martoriate per più di un secolo, che il buon senso prevalga sulla demagogia senza che i cittadini, per essere rispettati, si debbano giustamente e saggiamente rivoltare.

Gianni Turino

Lettera pubblicata su “Il Monferrato” del 2 febbraio 2018

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