Scusate se entro nella mischia anch’io, dopo che a Natale ha già scritto il mio “compagno di scuola” Giovanni Lanza.
Sono Anna d’Alençon e approfitto dell’8 marzo per fare auguri alle donne del personale e a tutte voi studentesse.
In questo momento state vivendo le difficoltà che conoscete.
Vi mando un breve messaggio, io che mi sono occupata tanto della trasformazione ed elevazione architettonica di questa città, cercandone anche la pace: Occupatevi anche voi della bellezza! Di quella bellezza che non tramonta e corrisponde al Bene comune. Non mollate mai rispetto all’obiettivo che vedo interpretare così bene dalle ragazze della scuola. Per ottenere non soltanto una parità di genere, ma per contribuire con la vostra specifica femminilità e ricchezza alla trasformazione del Paese. I meriti e le capacità delle donne devono essere, anche per le più povere ed emarginate, rispettati e valorizzati.
Io ci ho provato in tempi difficili, venendo qui dalla Francia, perché siamo tutti un po’ profughi e in qualche modo pellegrini in questo mondo. Ma tutti dobbiamo imparare ad accasarci, a mettere le radici, a rispettare le radici degli altri. Soprattutto vorrei che tutti imparassimo ad amare questa città, a volerle bene, a pensare alla sua storia e alla sua memoria. Ricordo anche le persone ritratte con me, una fra tutte: Giuseppina Gusmano, grandissima cittadina che i casalesi dovrebbero conoscere per il coraggio e la determinazione nell’amare fino in fondo i bambini dell’orfanotrofio ebraico di Torino. E la signorina Valentina Cavalli che ricordiamo anche grazie al melograno piantato dal preside Abbate al Balbo per fare memoria di ciò che purtroppo è capitato a tante donne e che non dovrebbe più accadere. Non si deve dimenticare. Realizzate sempre nella scuola valide iniziative contro la violenza di genere e contro il male del femminicidio.
Promovete sempre una vera solidarietà tra donne e superate quei pregiudizi che tante volte hanno ostacolato una vera valorizzazione delle donne nei posti di responsabilità. Ricordatevi che nella toponomastica della nostra città quasi non esistono donne citate per i loro meriti e il contributo straordinario dato alla storia.
Sulla facciata della nostra scuola è scritto: “Dobbiamo trasformare i nostri no in noi”; siate le prime a ricostruire il nostro paese sulla base di questo motto. E poi ricordate anche che più di tutto per voi conterà “l’Educazione”. Fate della cultura e della formazione il vostro scopo più alto e siate come ho cercato di essere sempre anche nel mio tempo persone aperte e dialogiche, puntando a realizzare in pienezza i vostri sogni.
Auguri!