CASALE CITTA’ SPORCA E SENZA VIGILI: TORNARE AL BARNASS

Passata l’euforia di città capitale, (e grazie al Sindaco signora Palazzetti per aver mosso un sogno; perché se è vero che non bisogna farsi condizionare dai sogni, senza sogni non si va da nessuna parte) si torna al tran tran quotidiano:

E lo spunto per iniziare mi è dato da questo messaggio che ricevo da una signora casalese da tempo in altra città:

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“Oggi dopo parecchio tempo ho fatto una passeggiata nella mia città. Che tristezza nel vedere marciapiedi rotti, buchi nelle strade! La passerella che collega Portamilano al centro sporca di cartacce e deiezioni. Via Roma puzzolente e sporca… La trascuratezza e l’abbandono hanno la meglio. Peccato un gioiellino che potrebbe vivere di arte e turismo lasciata in questo stato… Mia madre, 86 anni…, ogni due metri un buco sul marciapiede!!!!”

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Casale è una città sporca; questo lo si vede ovunque dalle strade con montagne di cicche nelle fessure del porfido, e rifiuti vari sparsi un po’ ovunque, dal fossato del forte, ai prati dei giardini… eccetera eccetera eccetera. “Ovunque il guardo io giro – parafrasando Metastasio – immensa sporcizia, cracia e disordine io ti vedo…”

Perché?

Il Sindaco giustamente osserva che il disprezzo civico di molti cittadini non aiuta alla pulizia; vicino a cestini vuoti, giacciono in terra scartoffie, bottiglie rotte, bicchieri, avanzi di pizze e panini; le strade abbondano di piscio e di quelle che la gentile Signora chiama pudicamente “deiezioni” ma che io, vecchio rozzo ragazzo del Ronzone con vocabolario ristretto, chiamo: merda!!! Merda di animale ed anche umana.

Via Roma, diventata ormai il “Boulvard dei baulon”, ha un profumo di orina più intenso di quello delle zagare nelle poesie di Quasimodo. Solo che Quasimodo, e non solo lui, con il profumo delle zagare va in fibrillazione estatica e vede, illuminate dalla luna, fanciulle con il petto d’arance… mentre nella centralissima via Roma della nostra Casale ti vien da vomitare e l’immagine che ti sovviene nel migliore dei casi è quella dei cessi pubblici sul tipo del bunker di piazza Castello. Uno schifo.

Allora?

Allora io faccio un piccolo ragionamento alla buona: Se entro in un locale o in qualsiasi altro posto dove, come dicevano i nostri vecchi, si può mangiare in terra, tanto è pulito, non butto il pezzo di carta o la cicca o il vuoto della “coca” in terra; cerco l’apposito cestino per i rifiuti.

Se invece vedo disordine, sporcizia, ecc. questo è un invito, abbundandis abbundandum, a fare buon peso e aggiungere sporcizia alla sporcizia.

Porto un esempio: negli anni 70 moltissimi svizzeri appassionati di automobilismo erano di casa all’autodromo di Morano. Nella loro patria, famosa in tutto il mondo per l’estrema pulizia di strade e luoghi pubblici, non si sarebbero mai permessi di buttare in terra il benché minimo pezzo di carta figuriamoci cicche o bottiglie di birra. Qui da noi, invece stimolati da una realtà diversa – era la fine del mondo; non avevano nessun riguardo ed io scrissi molto sui giornali, anche nazionali, di questa bivalenza degli elvetici; santarellini in casa loro, sporcaccioni fuori le mura.

Allora?

Allora un tempo a Casale c’erano gli spazzini ripartiti per zone, che quotidianamente passavano con carrettino, scopa, ramazza, pala e, per le porcherie più piccole, il barnass.

Strade e pavimenti erano così sempre puliti e la gente era indotta a non sporcare.

Ma c’erano anche i vigili pronti a beccare chi sgarrava, e se qualcuno, invece di andare dietro un albero in campagna, risolveva i suoi fastidi – o quelli del cane – per la strada o contro un muro, la pagava cara: multa e denuncia.

Ora i vigili sono diventati un reperto archeologico su cui, si dice, stia preparando una trasmissione Alberto Angela.

Non si vedono più; del resto, si dice, per le informazioni c’è il tom – tom.

Per le multe (che si danno solo agli automobilisti) ci sono gli addetti in pettorina fosforescente che son pronti a scattare come saette non appena il buono sosta scade e a fuggire. Fanno cassa, si dice: almeno servisse per fare pulizia.

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SOLUZIONE: tornare agli spazzini quotidiani, ai vigili, indirizzare, per le passeggiate canine, in zone appropriate inibendole nelle vie centrali; appioppare sacrosante e robuste contravvenzioni a chi si ostina a farne passerella con relative “deiezioni”; far bruciare il portafogli a chi butta cicche e altro in terra e, specialmente nei giorni di mercato, utilizza il fossato del forte come tampa.

E soprattutto, tornare a far manutenzione che lì per lì passa inosservata ma che alla lunga dà dignità e sicurezza alla città. E fa risparmiare.

“Elementare Watson, elementare …!”

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