“Cenni sulle situazioni dei Cristiani”

Imperatori a seguire: Ottaviano Augusto (nacque Gesù), Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone. Poi in un anno di congiure e sollevazioni di legioni a favore dell’uno o dell’altro si succedono 4 imperatori (e cioè Galba-Ottone-Vitellio-Vespasiano). Poi sempre Vespasiano grande Imperatore (eresse l’Anfiteatro Flavio e cioè il Colosseo), Tito, Domiziano, Nerva, Traiano. Già al tempo dell’imperatore Claudio (41-54 d.C.) 10 – 15 anni dopo la morte, il nome di Cristo (“Cresto”) era giunto a Roma.

 

Lettera di Plinio il Giovane (62 – 114 d.C.) a Marco Ulpio Traiano (53 – 117 d.C.). Plinio era stato nominato (nel 109) da Traiano Governatore della Bitinia Odierna Turchia nord-occidentale

Gaio Plinio Secondo all’imperatore Traiano

“È mia consuetudine, o signore (domine), riferirti tutto ciò di cui sono in dubbio… Io non mi sono mai trovato ad inchieste sui Cristiani, perciò non so in che e fin dove s’abbia a punire o inquisire. E non fui meno incerto se sia da ammettersi differenza per l’età o se i fanciulli, anche teneri quanto si voglia, niente differiscano dai più robusti, se si debba perdonare ai pentiti, o a chi realmente sia stato cristiano, nulla giovi il non esserlo più; se si debba punire il solo nome, anche se non vi siano delitti, o se siano soggetti al castigo delitti inseparabili da quel nome.

Frattanto, contro quelli che mi erano deferiti come cristiani, ho seguito questo sistema: li ho interrogati se fossero cristiani. Confessando, li ho interrogati una seconda e una terza volta, minacciando il supplizio, persistendo li ho fatti giustiziare.

… “… capitarono vari casi speciali. Fu presentato un libello anonimo contenente i nomi di molti. Quelli che negavano d’essere cristiani o d’essere stati, siccome invocarono, nella forma da me suggerita, gli Dei, offersero vino e incenso alla tua immagine, che a tal fine avevo fatta portare insieme ai simulacri dei numi, e di più maledissero Cristo, cose tutte che chi è veramente Cristiano, non è possibile costringerlo a farne neppure una, a quanto dicono, ritenni di doverli prosciogliere. Altri, denunciati dal delatore, dissero di essere cristiani e poi negarono, dichiarando di non esserlo più… Anche tutti questi adorarono la tua immagine e i simulacri degli dei e maledissero Cristo. Affermavano però che questa era stata tutta la loro colpa o errore (Plinio riferisce quello che dicevano, che si adunavano, cantavano, ma non per commettere reati, poi si separavano…: nds)”… ma che poi avevano smesso di farlo dopo il mio editto, col quale, secondo tuo ordine, avevo vietato vi fossero associazioni… Nient’altro trovai che una superstizione irragionevole ed esagerata.

“… Giacché molti, d’ogni età, d’ogni ordine, d’ambo i sessi anche, sono e saranno chiamati in giudizio… è facile dedurre qual turba di uomini si possa emendare, se si lasci luogo a pentimento”.

Traiano (definito negli anni Optimus Princeps) a Plinio. Notevole lettera di Plinio a Traiano ed altrettanto notevole risposta da Traiano – da grande Imperatore – a Plinio: valutazioni certo da farsi calandosi in quei tempi. Ribadire le fondamenta religiose dello Stato Romano e nel contempo non inimicarsi le popolazioni dei luoghi.

“Hai agito come dovevi, o mio Secondo, nell’esaminare le cause di coloro che ti erano stati denunziati come Cristiani. Poiché non è possibile stabilire una norma generale che abbi stabile forma. Non si debbono ricercare; denunziati e convinti sono da punire, in modo però che se qualcuno neghi di essere cristiano e confermi ciò col fatto, adorando cioè i nostri Dei, benché sospetto pel passato, ottenga il perdono in grazia del suo pentimento. I libelli anonimi poi, non debbono essere presi in considerazione in nessuna accusa. Ciò è un pessimo esempio e indegno del nostro tempo”.

Fonte: Edizioni Paoline Società Apostolato Stampa anno 1946

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