Pubblicato sul Il Monferrato del 6 novembre 2020
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulle genialate della pista di atletica Casale. Nelle ultime settimane si è sviluppato un certo dibattito (generoso definirlo tale) sul coprire la pista del Natal Palli con materiale sintetico. Penso che in qualsiasi parte del mondo una proposta simile creerebbe incredulità se non ilarità. Sconcerto deriva quando l’appoggio proviene da persone che dovrebbero essere prima sportive che tifose della propria disciplina. Purtroppo stiamo parlando lingue (o interessi) diverse. Maurizio Di Pietro vede favorevolmente una copertura della pista attuale con 4-5 corsie (una chicca!), e chi se ne importa se non è omologabile l’importante è far correre i giovani su un fondo adeguato…! Io non sono un tecnico, ma conoscitore di sport, diretto, organizzato e gestito, con un passato decisamente gratificante (l’immodestia su questa affermazione è puramente voluta), quindi sommessamente vorrei ricordare che l’Atletica Leggera, non si limita al podismo (termine desueto che indica corse sia in pista, che su strada, che campestre di cui Di Pietro primeggia) o corse su pista, ma anche e soprattutto a lanci, getti, salti sia in estensione che in altezza. Pertanto pongo la domanda, stiamo parlando della stessa disciplina sportiva? O solamente di podismo con qualche piccola aggiunta per poter parlare di Atletica Leggera? Mi si può spiegare come si potrà disputare il salto in lungo? Quando la pista di rincorsa deve essere posizionata a lato di uno dei due rettilinei? Dove gettare il peso, dove lanciare il disco e altro, sul prato del campo di calcio? Ma rimanendo in pista come si potrà gareggiare (o allenarsi) sui 400 ostacoli disciplina che richiede una perfetta sincronia in curva, sapendo, come ricordavano Gianni Turino e Andrea Desana, che l’olimpionico Livio Berruti affermava “con queste curve o hai il differenziale o ti strappi…”. Di Petro afferma che l’avere una pista nuova è “perseguire un sogno irrealizzabile, è meglio ridimensionare i progetti ed avere in mano un qualcosa di concreto come una pista dove finalmente far allenare i nostri ragazzi e farli crescere come atleti”, quando parla di “nostri” si riferisce forse ai ragazzi della sua associazione? Prima di tutto non è certo un tecnico che deve definire questo progetto irrealizzabile, tuttalpiù un amministratore… Voglio ricordare quando Nuove Frontiere promosse il comitato per dotare Casale di una nuova pista di atletica, lui ne faceva parte in modo entusiasta. Cosa è cambiato nel frattempo? La volontà di far correre i suoi giovani podisti su una pista anche irregolare, purché ci sia? Mi sembra un pensiero quantomeno personalistico… Ricordando la citata delibera firmata da Federico Riboldi ed Emanuele Capra che Casale sente “l’esigenza di una struttura regolamentare dedicata in via esclusiva all’atletica”, voglio rimarcare che l’atletica non è solo corsa, come dicevo, ma anche altre discipline confacenti ad ogni morfologia di ragazzo o ragazza: chi è alto e magro potrà specializzarsi nel salto in alto chi ha una corporatura importante si dedicherà ai lanci, come possono, questi ultimi, esprimere la loro passione al Natal Palli? Sul prato dedicato al calcio? Larissa Iapichino astro nascente dell’atletica italiana, brava sugli ostacoli sul giro di pista e grande soprattutto nel salto in lungo, sarebbe mai emersa a Casale? Per ultimo smettiamola di giudicare il progetto fornito gratuitamente al Comune da Nuove Frontiere eccessivamente costoso quindi irrealizzabile. Per chi non ne comprendesse il significato lo chiarisco con una metafora: supponiamo di affidare ad un architetto la progettazione di una casa, alla presentazione dell’elaborato, con la creatività che contraddistingue gli architetti, ci rendiamo conto che oltre alla casa è stato inserito un patio, un maniero, un maneggio ed un giardino a gradoni… decidiamo di non più costruire la casa perché sono state previste delle aggiunte? Cerchiamo di essere intellettualmente onesti!