Ci vuole coraggio!

Ci vuole coraggio. È quello che si richiede a chi dovrà andare ad esprimere un voto l’8 e 9 giugno. E questo a fronte di news quotidiane su tangenti pagate pur di raccattare voti o poltrone, un’abitudine ormai e purtroppo, da “par condicio” da Genova a Torino alle Puglie. Ci vuole coraggio facendo i confronti tra la “busta-paga” di un politico di media grandezza e quella di un pensionato sulla soglia di povertà o di un operaio che vede la sua assottigliarsi per l’inflazione, anche se ogni giorno sul lavoro rischia la vita.

Poi c’è la realtà dei piccoli Comuni, la maggioranza anche nella nostra provincia: una poltrona, quella di sindaco, non particolarmente ambita perché significa impegno, deficit di risorse, grane e responsabilità di cui si farebbe volentieri a meno a fronte di un compenso non certo da sogno .Eppure lì il coraggio non è mancato, almeno alla presentazione delle liste e si chiede coraggio agli elettori, dove la lista è unica, perché non disertino le urne evitando il commissariamento a fronte di numero insufficiente di voti. Perché commissariamento significa ingessare l’attività a sola ordinaria amministrazione.

Partecipazione: è ciò che è avvenuto nel nostro Paese al momento di decidere se si voleva la monarchia o la repubblica, è ciò che è avvenuto alla stesura di una Costituzione antifascista, democratica, pacifista che ha chiamato i suoi figli a decidere del loro futuro ponendoli tutti sullo stesso piano con gli stessi diritti al di là di colore di pelle, sesso o religione. E non si è guardato troppo al sottile mettendo insieme forze diverse in uno sforzo comune per arrivare finalmente a voltare pagina dopo il ventennio fascista, la guerra, la dittatura. E allora si prenda esempio da quel meraviglioso pezzo di storia nazionale, con il coraggio di andare a votare… nonostante tutto. Europa, Regione, Comune, tre voti in cui anche una sola preferenza può significare qualcosa, fare la differenza. “Io faccio la mia piccola parte” rispondeva il colibrì, intento a spegnere un incendio, al leone che lo prendeva in giro per il suo piccolissimo apporto.

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