Crisi climatica in agricoltura

Ghiacciai sempre più sottili, fiumi sempre più in secca, conseguenza di politiche ambientali scellerate che producono cambiamenti climatici con effetti devastanti in eventi anomali e distruttivi. Senza andare molto lontano basta considerare gli effetti sull’agricoltura, dove <i campi stanno soffrendo – dice la Coldiretti – e c’è preoccupazione per il grano già seminato che senza acqua fatica a crescere e si colora di giallo già a febbraio>. Non da meno la Cia: <l’assenza di precipitazioni e le temperature rigide di notte causano problemi ai cereali: grano, orzo, presentano striature violacee e bluastre, mentre i piselli proteici rischiano di essere compromessi dal gelo>. Conseguenze della siccità prolungata anche nei vigneti, con presenza di meno gemme per la mancata maturazione del legno. <I terreni più esposti – continua Coldiretti – i migliori per clima e caratteristiche, si presentano troppo secchi e la poca rugiada mattutina non riesce a migliorare la situazione. Le escursioni termiche con sbalzi di temperatura tra giorno e notte provocano choc termici alle piante, per una moria di gemme e raccolto compromessi soprattutto per gli alberi da frutto>. Le previsioni, se si continuerà a vedere poca pioggia dal cielo sono di minori coltivazioni di riso e di altre colture, come sottolineava qualche giorno fa la trasmissione di Rai Tre “Presa diretta”.

La cementificazione del suolo che influisce sulla capacità di ricarica delle falde acquifere, l’intensificazione delle colture, l’uso indiscriminato di prodotti chimici, il taglio delle piante e, per le nostre zone, meno ricorso alla coltivazione del pioppo, producono poi gli effetti dello smog presente in questi giorni nelle nostre città in un circolo vizioso che genera ancor più inquinamento e l’aggravarsi di malattie dell’apparato respiratorio.

L’unica alternativa è favorire la diffusione del verde pubblico. È ancora Coldiretti a dire: “si stima che una pianta adulta sia capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. E, in Italia, si dispone di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante”.

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