Dibattito sul futuro dell’Europa, 1957

Ho avuto occasione di dire e di scrivere alcune volte il mio ricordo su un Convegno organizzato dalla F.U.C.I. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) a Bologna nel 1957, con la partecipazione di alcuni Personaggi Politici ed Economisti, avente come finalità un dibattito circa il futuro di una Europa che superasse i singoli Stati stabilendo fra gli stessi collaborazioni e rapporti sempre più stretti.

Riccardo Triglia ed io andammo. L’anno precedente 1956 aveva visto la repressione della rivoluzione d’Ungheria da parte del Patto di Varsavia dominato dalla Unione Sovietica: era presente il presidente degli universitari ungheresi che era fuggito. Fu una tre giorni appassionante ed elevata per la qualità degli intervenuti e gli argomenti trattati mentre su tutti gravava la vicenda ungherese. Due linee di guida si fronteggiarono: una, sostenente che occorreva creare subito l’Unione Politica Europea sulla traccia degli Stati Uniti d’America, l’altra che occorreva procedere per gradi, mirando a detta Unione, attraverso la creazione via via di organismi di natura economica e fiscale con una moneta comune.

Nonostante interventi appassionati e veementi di alcuni partecipanti, prevalse nettamente l’opinione del procedere per gradi con integrazioni economiche e fiscali. I difensori della tesi relativa alla costituzione immediata o con certa urgenza degli Stati Uniti d’Europa sostenevano che a lungo andare sarebbero prevalsi gli “egoismi” dei singoli Stati, mentre la U.R.S.S. forte e compatta premeva. Nel 1957 era già sorta la C.E.C.A (mercato comune del carbone e dell’acciaio) e, poco dopo, nel 1958 entrò in vigore la CEE – Comunità Economica Europea fra 6 Stati fondatori, Belgio, Francia, Germania dell’Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.

È facile immaginare il clima che si era sviluppato nella vasta sala del Convegno.

Poi ci fu la sollevazione della Cecoslovacchia stroncata dal Patto di Varsavia nel 1968…

E adesso? Ognuno valuterà per conto suo come siano andate le cose e come stanno andando e sempre con la speranza che i rapporti fra gli Stati europei continuino a stringersi, certo non apparendo forse più attuabile oggi una costituzione tipo Stati Uniti d’America anche per il gran numero di Stati sempre più interessati a forme di cooperazione e alleanze e per complessità evidenti.

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