I giovani credono ancora nella democrazia?

In un Paese sempre più vecchio, dove per molte persone i figli rimangono solo un desiderio irrealizzabile a causa delle difficoltà economiche, l’astensionismo (soprattutto giovanile) non smette di crescere. L’unica speranza a cui l’Italia potrebbe allora aggrapparsi sono i figli di immigrati o giovani stranieri che vengono nel nostro Paese con la speranza di “costruirsi” un futuro, senza sapere che in realtà è la nostra nazione a dover essere ricostruita.

Con l’arrivo del referendum si avvicina anche il momento per gli Italiani di prendere parte al voto, proprio quel voto che negli ultimi anni ha raggiunto picchi di astensionismo allarmanti: soprattutto tra i giovani.

Si pensi che nelle ultime elezioni del 2022 per decretare chi avrebbe dovuto ottenere la maggioranza di rappresentanti nelle due camere, il tasso più alto di astensionismo si è registrato tra i più giovani.

Infatti, come riferisce il Corriere della Sera, la percentuale di astenuti (nelle elezioni del 2022) sarebbe pari al 42,7 % tra gli individui di fasce di età tra i 18 ed i 34 anni. Questo risultato si potrebbe additare a più fattori, come ad esempio: il forte disinteresse che un’ampia parte dei giovani nutre nei confronti della politica.  Infatti, secondo i dati raccolti dall’ Osservatorio Censis – Ital Communications soltanto il 17% dei giovani tra i 14 ed i 29 anni riscontra interesse nella politica nazionale. Oltre ciò dallo studio emerge un forte mutamento dei mezzi d’informazione come i quotidiani, i quali sono stati rimpiazzati dai social network o dalle nuove fonti presenti online.

Nonostante questi cambiamenti, il dato dell’astensionismo giovanile rimane sconfortante se si pensa che quegli stessi giovani fanno parte di un Paese che ritiene l’esercizio di voto come dovere civico.

Quest’anno però potrebbe avvenire un maggiore coinvolgimento dei più giovani (difficile ma non impossibile) poiché diretti interessati del quesito referendario riguardante la possibilità per gli stranieri che hanno compiuto la maggior età di ottenere la cittadinanza in cinque anni anziché dieci.  Si assisterebbe così anche ad una crescita del numero di immigrati, che possiedono già la cittadinanza per la quale è stato stabilito questo referendum, di decidere per un Paese che è anche loro e che per il quale si sono purtroppo adeguati all’astenersi dal voto.

Sicuramente i giovani italiani necessiterebbero di una maggiore istruzione al voto ed all’ importanza di quest’ultimo che, come spesso si sente dire, magari non cambierà niente ma almeno terrà ancora viva la democrazia di un Paese in un mondo che si riavvicina spaventosamente sempre più a sistemi di tirannidi.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.