Il Crocifisso nei luoghi pubblici dove si votava

Il problema del Crocifisso nelle aule di scuola e nei luoghi pubblici dove si votava, nel dopo guerra per qualche tempo suscitò problematiche varie con decisioni di Colleghi Giudicanti Interni ed Internazionali. Una delle ultime deliberazioni di una Corte Internazionale assolse l’Italia, decidendo che ogni paese era autonomo in materia religiosa e il Crocifisso, facente parte della cultura e della tradizione italiana, era comunque soltanto un simbolo “passivo”.

In una delle votazioni per le elezioni politiche non ricordo (Camera e Senato: 1968 o 1972), ero Presidente nel seggio ubicato nella di Casa di Riposo a cui si accedeva in fondo via Cavour verso i Giardini: l’entrata era dal portone ora chiuso.

La nomina avveniva da parte della Corte d’Appello di Torino. Le modalità certo presupponevano piena legittima sotto ogni profilo, come anche per la nomina degli scrutatori: poi vi erano i rappresentanti di lista presso ogni seggio ed anche dei titolari di rappresentanza delle liste elettorali per l’intero Comune.

I Seggi, specie per la presenza dei rappresentanti di lista, solitamente sempre molto agguerriti, finivano di avere, oltre alla ovvia, legittima indipendenza da ogni aspetto ed influenza politica, anche di fatto una presenza efficace ed attiva per i diversi partiti che… spingevano i componenti eletti del seggio a discussioni, contestazioni, vernalizzazioni.

In quei tempi era insorto il problema dei simboli religiosi: se presenti in aula di votazione, dovevano essere pre-rimossi? Erano simboli espressione di una tendenza partitica che potevano influire sull’elettore o altro del genere?

Nella grossa sala dove si era sistemati, vi era un Crocifisso, appeso proprio alla parete che sovrastava la collocazione del Seggio. Uno scrutatore membro del seggio sollevò la contestazione. Vi fu una discussione notevole a cui i rappresentanti delle liste presenti non parteciparono stando a sentire. Solo quello scrutatore sosteneva la rimozione. Io gli dissi che occorreva verbalizzare il tutto e poi vi sarebbe stata la provvisoria immediata decisione. Quando si stava per effettuare la verbalizzazione a me venne in mente una idea, legittima (e nessuno del resto la contestò). Salii su una scaletta, arrivai al Crocifisso, lo spostai semplicemente senza rimuoverlo, ed apparve chiaramente che era lì da molto tempo dalla differenza fra la parte del muro su cui poggiava ed il resto della parete. Il problema posto dallo scrutatore riguardava tutti i votanti ma in specie quei elettori interni alla Casa di Risposo che erano alcune suore, oltre ad alcuni altri. Io spostai il Crocifisso e dissi allo scrutatore: vede se lo togliamo, le suore si accorgono nettamente della assenza di detto Crocifisso rispetto alla sua presenza, essendo abituate alla situazione della parete come ora si trova: allora nel segreto dell’urna si ricordano che magari qualcuno ha detto loro (o non l’ha detto, ma… lo sanno) votate Democrazia Cristiana!!!

Dopo un momento di qualche ilarità generale, anche lo scrutatore vi partecipò e il Crocifisso ivi restò, senza verbalizzazioni o ulteriori rilievi.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.