“Il Monferrato”

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LANGHE – ROERO – MONFERRATO stanno ormai quasi spopolando sulle televisioni, sui Media, su pubblicazioni varie. Dapprima Langhe e Roero ai quali si è aggiunto Monferrato. Il Monferrato è sempre più conosciuto ai più diversi livelli e sta apportando un aumento di turisti.

Il Monferrato da sempre, e non solo di fatto, identificato con Casale Monferrato, da qualche tempo viene “affievolito” in questa identificazione per assumere descrizioni e connotazioni che la storia della realtà propriamente appunto non ci tramanda. Occorre con certa sollecitudine, con un certo impegno e con decisa volontà, agire con dichiarazioni e fatti opportuni.

Fra gli aspetti da indicare, citiamo Dante Alighieri come ci viene quotidianamente ricordato dalla targa tipo “libro aperto” che l’Istituto. S. Cesare Balbo – Liceo Classico – classi III A e I B anno 2016 di Casale Monferrato, ha collocato ai giardini Egidio Ortona di P.zza Martiri della Libertà (P.zza Dante). Targa restaurata il Dantedi’ del 25 marzo 2020. Una riproduzione del testo dantesco in cui è scritto:

(a sinistra)

Casale

 

Paradiso XII, 121 – 124

 

Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio

nostro volume, ancor troveria carta

u’ leggerebbe “I’ mi son quel ch’i’ soglio”

ma non fia da Casal né d’Acquasparta

 

Il riferimento a ‘Casal’ riguarda Ubertino da Casale, uno dei personaggi principali del romanzo “Il nome della rosa” di Umberto Eco.

(a destra)

Monferrato

 

Purgatorio VII, 133 – 136

 

Quel che più basso tra costor s’atterra

guardando in suso, è Guiglielmo marchese

per cui e Alessandria e la sua guerra

fa pianger Monferrato e Canavese.

***

Guglielmo VII Gran Marchese di Monferrato

Il Circolo Culturale ‘I Marchesi del Monferrato’ nel luglio 2017 ha ricordato l’incontro avvenuto a Frassineto Po il 31 agosto 2014 scrivendo:

“Il Marchese di Monferrato Guglielmo VII (1240 – 1292) rivestì un ruolo di primo piano tra i più illustri principi del Duecento tanto da meritarsi l’immortalità grazie ai versi che gli dedicò Dante Alighieri nel VII canto del Purgatorio. Malgrado ciò la fama del “Gran Marchese” resta confinata all’episodio più inglorioso della sua vita: la cattura, con l’inganno, da parte degli Alessandrini e la prigionia – proprio tra le mura di Palatium Vetus – ‘in una gabbia’ che pose fine alla sua esistenza. Davvero poca cosa se confrontata a un arco temporale di una trentina di anni in cui Guglielmo recitò un ruolo da protagonista nell’Italia nord occidentale, divenendo Signore o capitano di importanti Comuni quali Alba, Alessandria, Asti, Brescia, Casale, Como, Cremona, Genova, Ivrea, Lodi, Mantova, Milano, Novara, Pavia, Torino, Vercelli, Verona, svolgendo un’incessante attività politica anche in ambito francese e spagnolo e ponendo le basi, attraverso il matrimonio delle figlia, per la venuta in Monferrato dei Paleologo, imperatori di Bisanzio…

E veniamo ad un importantissimo… dunque! Dunque, Dante Alighieri 800 anni fa, in poche righe illumina la posizione di Alessandria, con riferimento al Monferrato ed al Gran Marchese Guglielmo. Ne emerge in modo prorompente che Guglielmo VII fu il Signore del Monferrato e che Alessandria non solo non era Monferrato, ma di esso era nemica!

Questo “concetto”, e cioè che altro era Il Monferrato ed altro Alessandria che non fu mai, in tutti gli 800 anni circa né lo è oggi (ovviamente), neppure parte del Monferrato, venisse messo bene in evidenza nel profluvio di scritti e parole che si leggono e si sentono. Una giusta, esatta, storica collocazione di Casale Monferrato – riconosciuta nei secoli come l’unica vera Capitale del Monferrato –, avrebbe già avuto una efficacia turistica, e non solo, di ben maggior rilievo rispetto alla semplice affermazione che Casale Monferrato fa parte del Monferrato! Casale appunto ne fu la Capitale: ovvio!

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