Su la Vita Casalese del 19 marzo 2021 i diversi interventi su Mons. Vittorio Moietta nominato Vescovo di Nicastro nel 1961. Fu un qualcosa di memorabile nel nostro ambiente casalese ed un avvenimento che scosse fortemente per i suoi effetti la Comunità di Nicastro e non solo essa: quanto scritto esprime esattamente sentimenti e vicende.
Poco dopo l’insediamento quale Vescovo di Nicastro, con l’avvocato Cesare Caire (eravamo andati a Catanzaro a sostenere gli scritti per l’esame da procuratore legale), decidemmo di recarci a trovare Monsignor Moietta: scendemmo verso sera a Nicastro, poca gente, chiedemmo al capostazione dove depositare i bagagli per poi ripartire alcune ore dopo. Quando dicemmo che eravamo venuti a salutare il vescovo che era della nostra città, il capostazione in preda a vera commozione ci descrisse l’attività, i comportamenti, il modo di vivere, la sua vicinanza e frequentazione fra la gente più povera tale da sconvolgere un intero passato: più volte, ripeté che era un Santo, trascinando anche noi come fossimo stati presenti. Uscimmo fuori Stazione, non vi erano automobili, a vista un senso di povertà, solo un calesse molto dimesso tirato da un cavallo. Lasciati sul posto, suonammo e ci venne ad aprire Don Carlo Grattarola che ci potrò in una stanzetta dove, con Monsignor Moietta, stava cenando: una cena all’immediata visione molto modesta. Una chiacchierata nella quale noi tentammo… di narrare quello che ci era stato detto dal capostazione e dal conducente del calesse, ma fummo subito fermati. Dopo i saluti ed un “grazie” per essere passati, ritornammo con lo stesso conducente che, come all’andata, continuò a parlarci di questo straordinario Vescovo. Alla Stazione, in attesa del treno, ancora il capostazione continuò a parlarci di “questo nostro vescovo”.