Pubblicato su Il Monferrato del 15 gennaio 2021
Chi pensa che il nostro territorio sia un’area assopita e vivacchiante, è stato palesemente smentito nelle ultime settimane. Ben tre novità hanno scosso la nostra vita quotidiana. Andando per ordine: la proposta di un inceneritore proposto dall’Amministrazione/Cosmo casalese, il riadattare in qualche modo la caserma Nino Bixio in carcere e per ultimo il deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Per la verità, della destinazione della Bixio se ne era già parlato circa un anno fa con alterne opinioni, gli altri due eventi sono propriamente delle new entry nel dibattito. La Città, che Nuove Frontiere vorrebbe istituzionalizzare come “Casale Capitale del Monferrato”, i cui “mainstream” e “think tank” grandi sostenitori della vocazione turistica del territorio, si è trovata improvvisamente ad affrontare tali problematiche che nulla hanno a che fare con la promozione del Monferrato, se non addirittura esserne agli antipodi (per la verità sempre un anno e mezzo fa si era parlato di “turismo penitenziario”, ma questo per il momento è un’altra storia).
Le opinioni politiche ed amministrative si sono eccitate su questi argomenti. Mentre per quanto riguarda l’inceneritore o termovalorizzatore e l’impianto crematorio per animali, a causa o per merito di parecchi Comuni dell’hinterland, pare che per il momento sia in fase di impasse, non ultimo a causa del notevole investimento che sarebbe richiesto. Per quanto riguarda la Caserma Bixio, invece, da come riporta un apposito “Dossier delle Criticità Strutturali e Logistiche delle Carceri Piemontesi” è prevista, riporto letteralmente, una “Visita alla caserma dismessa di Casale Monferrato, individuata come possibile carcere, in collaborazione con il sindaco della città”. Come si sa sussiste l’interessamento per supplire al sovraffollamento delle carceri italiane, triste fenomeno più volte censurato dall’Unione Europea. Ci si dovrebbe domandare per quale ragione si dovrebbero investire una quantità notevole di risorse economiche in una caserma di importanza storica, seppur fatiscente, riducendola a un carcere? Lo stesso dossier Regionale prevede la necessità di ampliare e ristrutturare più di una dozzina di carceri Regionali, ed inoltre come si legge sul sito della Polizia Penitenziaria in Italia abbiamo ben circa 40 carceri nuove, in parte arredate, e mai utilizzate e che versano in stato di abbandono! E qui non posso non pensare alla lettera provocatoria ma geniale scritta, poche settimane fa, dallo statista “Giovanni Lanza”, successivamente “commentata” dal Preside Riccardo Calvo, con proposte concrete per il rilancio di Casale, di cui per il momento intendo ricordarne una sola: adattare la Bixio a Campus per studenti, proposta che mi ha sempre trovato favorevolmente entusiasta.
La terza querelle è la più bizzarra, non per l’argomento in sé, ma da come è stata affrontata dal mondo politico-partitico (espressione cara a Gian Carlo Curti) Piemontese. Si tratta della desecretazione dell’elenco dei 67 luoghi ritenuti idonei dove stoccare scorie nucleari attualmente sparse in varie aree italiane. E qui sono esplosi, come li definisce “Il Sole 24 Ore”, i “giammai!” dei Sindaci locali (anche con ragioni motivate), ma soprattutto si è scatenata la peggior reazione possibile sull’argomento come dicevo da parte dei politici-partitici con i soliti tediosi slogan propagandistici: partendo dal vertice: “È inaccettabile non siamo stati interpellati” e a seguire “È una situazione che se non fosse decisamente grave, sarebbe ridicola tanto paradossale: per anni il nostro patrimonio pregevole sito Unesco…” e ancora “In piena notte nel bel mezzo di una crisi e di un’emergenza pandemica il Governo…”. E altro per non tediare, ma immaginabile… No, cari politici documentatevi! Lasciate perdere la propaganda e siate obiettivi! Come ha spiegato l’ottimo Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, già Generale di Brigata del Carabinieri Forestali e strenuo combattente nella così detta “terra dei fuochi”, ha reso finalmente pubblico, dopo cinque anni, l’elenco dei siti, tenuto “nascosto” dai Governi precedenti per ovvi motivi di popolarità.
Il Ministro Costa, in un’intervista ha tenuto a precisare che il deposito nazionale è unico e non 67 come pretestuosamente non si è voluto evidenziare nei vari commenti succedutisi (ammesso che ne fossero a conoscenza, fatto di cui temo…) e che il processo di individuazione dell’area di stoccaggio avverrà dopo una capillare consultazione che richiederà più di tre anni in piena trasparenza consultando gli amministratori locali.
Inoltre il Ministro ha voluto ricordare che i comuni non presenti nell’elenco non possiedono i requisiti idonei allo stoccaggio. Pertanto Trino che ha manifestato la propria candidatura allo stoccaggio, appoggiato anche da un leader politico nazionale, non è sito idoneo. Quindi tutte le discussioni sorte su questa richiesta, non avendo approfondito le normative, sono state semplicemente una perdita di tempo!
Devo evidenziare, e non sono il solo, che i politici-partitici oberati nel fare propaganda non trovano purtroppo il tempo di studiare, l’invito è di utilizzare meglio le ricerche su Internet rispetto all’uso delirante dei social!