ITALIA E EUROPA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Casalenews, il 25 ottobre 2015 con il titolo datole “Quella colletta a favore dell’Ungheria che non fu autorizzata – Dopo Gianni Turino anche Gian Carlo Curti ricorda un episodio su come la nostra città visse i fatti di Budapest del 1956”, ha pubblicato una mia lettera. La Rivoluzione d’Ungheria scosse fortemente il Mondo intero e vi furono forti ripercussioni interne nei vari Stati non comunisti, compresa l’Italia.

Ancora Casalenews, il 23 maggio 2019 con il titolo datole ‘Gian Carlo Curti:’ “L’Europa ha deluso perché le forze politiche non si sono ispirate ai fondatori’ – Lettera in vista delle elezioni europee di domenica 26 maggio”, ha pubblicato altra mia lettera.

In questa seconda lettera, ricordavo un Convegno organizzato dalla F.U.C.I.  (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) tenutosi, l’anno dopo, nel 1957 a Bologna (presente fra l’altro il Presidente dei Cattolici Universitari della Ungheria, fuggito da Budapest), al quale partecipammo Riccardo Triglia ed io, ed avente come oggetto appunto un dibattito elevato sul come avrebbe dovuto organizzarsi e costituirsi la Futura Europa.

Scrivevo “Fu un Convegno appassionante, con oratori e relatori di grande livello. Due linee di guida si fronteggiarono: una, sostenente che occorreva creare subito l’Unione Politica Europea sulla traccia degli Stati Uniti (Usa), l’altra che occorreva procedere per gradi, mirando a detta Unione, attraverso la creazione via via di organismi di natura economica e fiscale e poi con moneta comune”.

“Ricordo in particolare un relatore che con somma decisione e veemenza si batteva perché fosse seguita la prima strada: in sostanza l’Europa doveva e subito costituirsi, come Stato sovranazionale, in modo da sopire definitivamente le terribili contrapposizioni che avevano determinato, fra l’altro, la prima e la seconda guerra mondiale, e, in prospettiva, dar vita ad un Stato che potesse fronteggiare in futuro i maggiori Stati che già esistevano (es.: Russia, Stati Uniti, Cina, oltreché altri in ascesa). Sosteneva quel relatore che con il passare del tempo, sarebbero riemersi in modo specifico gli interessi nazionali e conflittuali dei singoli Stati Europei”.

“Stravinse la tesi del procedere per passi successivi e tipicamente economici. Su cosa è avvenuto, cosa sta avvenendo e cosa potrà avvenire, ognuno farà le sue valutazioni”.

Questa è la Europa che ci è stata consegnata via via con modifiche, innovazioni, ed altro, peraltro stringenti e centralizzate sul piano diciamo Economico, ma non Politico (vero Parlamento Europeo, vero Governo Europeo, vere Istituzioni, ispirandosi agli Stati Uniti d’America).

Non si potrà uscire da detta Europa, vantaggi forse pochi, svantaggi tanti.  Ma, sulla scia delle vicende insorte e che stanno insorgendo circa le problematiche ‘Coronavirus’, occorrerà davvero e finalmente attuare quegli interventi modificativi strutturali che si rendono sempre più evidenti e quanto mai opportuni ai fini di stabilire una Politica di tipo Unitario interna ed internazionale. Le complessità di un Mondo in grande movimento, le necessità di decisioni immediate, efficaci, possibilmente uniformi, le esigenze che sono insorte da tempo per la presenza di Grandi Stati quali gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, ed altri che stanno sorgendo, impongono un rapido cambio di passo.

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