I luoghi erano favorevoli ai greci. Lo stretto canale fra terra e isola consentiva alla flotta greca di poter affrontare le varie formazioni persiane una alla volta. A nord sul territorio ogni via di salvezza era stata preclusa dall’esercito persiano: non restava che combattere sul mare. La flotta greca (navi leggere, snelle, facilmente manovrabili) andò all’assalto di quella persiane (navi pesanti, ingombranti, molto alte). La flotta persiana, sbaragliata si ritirò in fuga in un porto vicino, i persiani massacrati sul posto. Serse che si era fatto costruire un trono per assistere dall’alto, vide la sua flotta sconvolta ed in fuga. Anche lui si diede ad una fuga rapida: Temistocle aveva fatto diffondere la voce che avrebbe distrutto il ponte di barche sull’Ellesponto sul quale Serse era passato per invadere la Grecia.
La Grecia era salva ed è facile immaginare quali furono le reazioni nel popolo greco e quali i fremiti che la pervasero. Non domo del tutto, Serse lasciò un esercito in Tessaglia di ben 300.000 uomini al comando di Mardonio, per un’altra invasione che avvenne appunto l’anno successivo 479.
Le battaglie di Platea e di Micale (479 a.C.)
Mardonio ritornò e completò la distruzione di Atene. Ateniesi e Spartani comandati dallo spartano Pausania inflissero ai Persiani una nuova sconfitta a Platea: Mardonio fu ucciso. Contemporaneamente le flotte di Arene e Sparta sconfiggevano una armata persiana nella battaglia navale di Micale. I Persiani erano definitivamente sconfitti.
Le vittorie Greche determinarono il futuro non solo della Grecia ma del Mondo Occidentale.