La paranoia dell’Amministrazione sull’area “Ex Piemontese”

Si ritorna a parlare di “Ex Piemontese”! Questa volta in toni trionfalistici da parte dell’Amministrazione che attraverso propria delibera ne sancisce la bonifica e messa in sicurezza permanente, per riqualificare il quartiere Ronzone!

Apparentemente tutto corretto e meritorio. Tuttavia la problematica merita un attento approfondimento. Cos’è la “Ex Piemontese”, qual è la sua origine? Facciamo chiarezza. Si tratta di un’area dove insisteva appunto la società cementifera Piemontese, successivamente dismessa ed acquistata dall’Eternit, che la utilizzò come discarica dei residui di manufatti non solamente prodotti a Casale, ma ospitava rifiuti di amianto cemento da tutto il Piemonte e non solo. Si accumularono enormi tonnellate di materiale “di amianto occultati nel sottosuolo”, come è riportato testualmente nella delibera comunale. Sull’argomento si ascolti Gianni Turino e Giorgio Nebbia, due sopravvissuti, che rappresentano la memoria storica dell’epoca. Attualmente la natura, spontaneamente come spesso accade, rimedia ai danni devastanti dell’uomo, si è ripresa possesso dell’area coprendola compattamente di rigogliosa vegetazione.

Tuttavia l’uomo si sente sempre più scaltro ed intelligente nei confronti della natura, dell’ambiente e pensa di rimediare alla sua spontanea evoluzione, spesso con esiti devastanti. Ne deriva che un’area ormai sepolta dalla natura che ha bloccato ogni effetto inquinante e come ben sappiamo devastante dell’ambiente, debba essere carotata, rimestata, smossa, rimossa, trasferita in enorme quantità in un altro luogo (pare non si sappia ancora dove) pur esso degno di essere inquinato, nel sacro intervento della “bonifica”.

Il cittadino si domanda, è sufficiente leggere i commenti sui vari social, perché dover smuovere tale enorme quantità di materiale col rischio di rimettere in circolo le ormai tristemente note fibre? Adiacenti all’area “Ex Piemontese” troviamo un asilo comunale, le abitazioni e le villette del Rotondino, un insediamento ATC, oltre naturalmente il quartiere. Sussiste con l’operazione di bonifica un obiettivo pericolo alla salute pubblica, nessun intervento di quella portata potrà considerarsi a rischio zero.

Il cittadino sbalordito, si domanda quando apprende che la somma destinata alla bonifica ammonta a 3.450.000 euro: “Ma ne vale la pena?” La risposta, usando un eufemismo è: No! L’importo è enorme. Abbiamo moltissime altre emergenze in città!

È vero, il Governo è stato molto generoso verso la Città mettendo a disposizione importanti fondi per la bonifica. Casale fatica a deamiantizzarsi, infatti la Giunta ha riaperto i termini per la concessione dei contributi per la rimozione di amianto, evidentemente ci sono resistenze di cittadini che non intendono farne richiesta, si dovrebbe indagare sulle cause, che potrebbero anche essere economiche, in tal caso bisogna rivedere la portata delle modalità del contributo da concedere. Non conosco se è stato fatto un censimento analitico delle coperture in cemento-amianto della Città (basterebbe un drone), in tal caso sarebbe opportuno contattare le proprietà ed agire.

L’impiego di 3.450.000 euro ha il sapore di sperpero di risorse pubbliche! È vero sono a disposizione, se non li spendi lo Stato non te li eroga. Si tratta comunque di denaro pubblico, della collettività non solamente casalese. Con tale importo si potrebbero somministrare circa 1.000.000 pasti, 1.800.000 vaccinazioni in paesi a rischio sanitario, si potrebbe costruire una scuola od un ospedale nel terzo mondo o 6 pozzi di estrazione di acqua con energia prodotta da pannelli solari in Camerun… Ci sono tanti modi per spendere denari per il bene comune. È demagogia? No, penso sia buon senso e lungimiranza!

L’Assessore Cristina Fava, come riporta Il Monferrato afferma “Sì, rimane da parte nostra il progetto del campo calcistico”. Per ora stiamo a vedere se arriverà il finanziamento del Coni”. Mi domando quale sia il tarlo che giace in questa Amministrazione nel volere a tutti i costi bonificare l’area “Ex Piemontese” per far sorgere su di essa un campo di calcio con una capienza di 400/600 posti del costo di 2.500.000 euro! Per far concorrenza al Natal Palli? Sapendo che i preventivi sono costantemente sforati, stiamo parlando complessivamente di oltre 6.000.000 di euro!

Il finanziamento Coni di cui accenna l’Assessore Fava è il fondo “Sport e Periferie” verso il quale l’Amministrazione, nel 2017, ha presentato bizzarramente ben due richieste (praticamente impossibile che due contributi vengano erogati alla stessa città): l’impianto di calcio dell’“Ex Piemontese” (già respinto l’anno prima) e il progetto per la Pista di Atletica nell’area “Ex Zappatori”. Il Vice Sindaco Di Cosmo, alcune settimane fa aveva, affermato che in ogni caso la priorità l’avrebbe avuta la pista. C’è qualcosa che non torna! Ma questa è un’altra storia, e ci torneremo!

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