Nella seduta di martedì 23 gennaio il Consiglio Regionale ha approvato la partecipazione all’avviso pubblico dell’ENEA all’insediamento dell’esperimento DTT con sede a Casale Monferrato. Dando positivo seguito alla disponibilità di candidatura della nostra città ad ospitare la sperimentazione nucleare del progetto DTT, con delibera approvata dal Consiglio Comunale il giorno prima, lunedì 22 gennaio.
La delibera regionale è stata approvata all’unanimità dei votanti, il M5s pur presente non ha preso parte alla votazione.
In aula l’Assessora regionale all’Energia e Ricerca ha evidenziato “la portata internazionale di un esperimento che potrebbe portare in Piemonte per decenni circa 600 ricercatori e 1600 posti di lavoro complessivi… progetto che si protrarrà per decenni con investimenti per 500 milioni di euro ed un ritorno di 2 miliardi.
Le opposizioni hanno stigmatizzato la Giunta Regionale per la scarsa partecipazione democratica e il mancato coinvolgimento e informazione del territorio al fine di creare un sano dibattito sull’opportunità di una candidatura piemontese, anche per eventuali alternative in Piemonte.
Anche a Casale in sede di approvazione della delibera per il progetto DTT da parte del Consiglio Comunale, le opposizioni avevano manifestato disappunto sul mancato coinvolgimento sia della cittadinanza che delle associazioni interessate, tra di esse Nuove Frontiere, che fin dal 22 marzo 2017 con lettera protocollata, si chiedeva all’Amministrazione di organizzare un incontro pubblico per consentire e approfondire la conoscenza di quali fossero le implicazioni dell’esperimento DTT relativo alla fusione nucleare.
Ricordiamo che solo in sede di riunione aperta della Commissione Ambiente di Casale, avvenuta il 12 gennaio scorso, con la presenza di fisici docenti UPO, si è compreso chiaramente che il progetto del bando ENEA, di possibile insediamento a Casale, non produrrà energia, ma solamente ricerca e sperimentazione.
In buona sostanza Casale ha proposto come si sa, due aree disponibili, da prima l’area “ex-Gaiero” situata in quartiere Oltreponte, alla quale si era aggiunta, poco prima della deliberazione, del 22 gennaio scorso, l’area di proprietà comunale sita nel piano di insediamenti produttivi denominata P.I.P. 5 località Cantone Rossi, pur con motivazioni anche plausibili, poiché il bando ENEA prevede che la sede dell’insediamento debba essere di proprietà comunale (ci si poteva rendere conto anche prima…) .
Ribadiamo che il cittadino deve sapere di cosa stiamo parlando. Dalle relazioni dei tecnici qualificati, pur rilevando l’importanza strategica della ricerca, non può essere garantito il rischio zero, dopo tutto in ogni insediamento industriale sia produttivo che sperimentale, la componente di rischio imponderabile sussiste.
In attesa di sviluppi possiamo ribadire che necessita una politica di recupero degli ex stabilimenti produttivi abbandonati ed in stato di degrado e mettere uno punto fermo alla continua cementificazione di terreni cittadini.
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