Mi inserisco in quella che è ormai la settimanale discussione rispetto alla questione “Denominazione Palazzetto dello Sport”. Perché è doveroso continuare a dissentire sulla soluzione adottata, e non è giusto lasciarla passare come cosa definitivamente acquisita; non si è solo sentita indispettita una famiglia o un gruppo di persone che di Paolo Ferraris erano amici, ma anche tanti cittadini che lo hanno conosciuto, frequentato, sostenuto, apprezzato. Non ci si arrende di fronte a quella che potrebbe diventare dimenticanza, accantonamento non solo di un nome, ma di una “persona”, di una storia, di un periodo, di uno stile caratterizzanti la vita cittadina.
Leggo che purtroppo anche su Il Monferrato (tu quoque!) titolava la scorsa settimana “Sabato al PalaEnergica la Novipiù nell’anticipo ….”: segno ormai non unico che nel linguaggio comune, nei titoli, nel testo degli articoli (anche se alcuni diligentemente e correttamente continuano a scrivere “PalaFerraris” e altri dribblano con “PalaEnergica Paolo Ferraris”) la denominazione ufficiale e formale è accantonata.
Conferma che i timori e gli allarmi lanciati non erano uno sbaglio né messi in giro a caso.
Rilevo anche, stando a quanto leggo delle dichiarazioni dei protagonisti (se ho ben compreso, in quanto anch’io come Zaffiro sono <duro di comprendonio>), che la soluzione adottata del Naming è funzionale alla possibilità di mantenere attiva la struttura; quindi la questione è la possibilità di gestire il palazzetto a fronte di spese sempre maggiori ed onerose, più che interesse dell’azienda che sponsorizza (quanti nuovi clienti si acquisiranno? Centinaia? Migliaia? Non credo proprio). Potevano essere adottate altre forme a sostegno della gestione del Palazzetto (ma questa è una mia opinione e in quanto tale discutibile e opinabile). Mi preme però sottolineare che ormai anche nella nostra società si è affermata la supremazia del primato dei soldi, delle finanze, del mercato rispetto ad altri valori: è già successo col <patto del diavolo> all’epoca del processo Eternit! E fortunatamente la città ha reagito, perché esistono aspetti su cui non si può patteggiare o fare scambi.
È questo che va compreso anche riguardo alla denominazione del Palazzetto (PalaFerraris): c’è chi ha cercato di contrapporre le ragioni della difesa di una intitolazione e le ragioni della difesa dello sport cittadino, di poter continuare a praticarlo. Non è così. Se esistono problemi di finanziamento delle strutture e di sostegno alle squadre si affrontano pubblicamente e con trasparenza. E penso che la città non si tiri indietro riguardo alle attività sportive utili alla salute dei giovani. Ma tutto ciò non va confuso con la soluzione adottata per il PalaFerraris.