L’Antimafia al Balbo

“Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore; ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura”; questa citazione, tratta dalla canzone “I cento passi” dei Modena City Ramblers, ricorda l’importanza di combattere per i propri ideali con costanza e coraggio come hanno fatto Giuseppe Impastato e Andrea Raja. Giuseppe “Peppino” Impastato è stato un attivista, giornalista e poeta italiano. Crebbe in una famiglia legata alla mafia (cento passi dividevano la casa del boss mafioso locale Gaetano Badalamenti da quella della famiglia di Peppino), ma si ribellò presto contro questo ambiente. Tramite la sua attività a Radio Autradio libera autofinanziata da lui fondata nel 1977, Impastato attaccò le figure mafiose di Cinsi considerate intoccabili. Nel 1978 si candidò alle elezioni comunali con la lista “Democrazia Proletaria”, ma nella notte tra l’8 e il 9 Maggio, venne ucciso e in seguito il suo corpo fu fatto esplodere sui binari di una ferrovia per far pensare ad un suicidio. Andrea Raja, segretario a Casteldaccia della Camera del lavoro e della sezione del Pci, fu ucciso dalla mafia la notte del 5 agosto 1944 per avere pubblicamente accusato gli speculatori, protetti dalla mafia di vessazioni contro i contadini. Andrea aveva osato ribellarsi, alzare la voce e chiamare alla mobilitazione i contadini che sperimentavano i primi timidi spazi di libertà politica dopo vent’anni di dittatura fascista. Queste vicende, che hanno ancora molto da dire anche a noi oggi, non devono cadere nel dimenticatoio. Ed è per questo che Libera ha deciso di portarle nell’Aula Magna dell’Istituto d’istruzione superiore Cesare Balbo con la conferenza “la Memoria Ritorna al Presente”, il primo evento di un ciclo di incontri di Formazione di Libera 2024 negli Istituti di Istruzione Superiore di Casale. L’incontro, organizzato dalle referenti del Presidio Alice Russo e Melissa Pozzi ha avuto come obiettivo quello di educare alla Responsabilità, diffondere una cultura della legalità, far maturare coscienza civile e partecipazione democratica. Durante l’evento sono intervenuti Luisa Impastato (Nipote di Peppino) e Davide Aiello (Ex Deputato della Commissione Lavoro e Commissione Bicamerale Antimafia, attualmente ancora in Commissione Lavoro e nella giunta per le elezioni alla Camera dei Deputati). Era presente all’evento anche il Vicesindaco Emanuele Capra, che ha portato i saluti istituzionali e ha ricordato l’importanza di educare alla legalità tramite questo tipo di iniziative. Davide Aiello ha spiegato come il mondo politico può combattere la criminalità organizzata attraverso le leggi e il ruolo della Camera Antimafia. In particolare il Deputato ha fatto riferimento alla Legislazione Antimafia, che ha fornito all’impianto normativo italiano gli “anticorpi” necessari per combattere il fenomeno mafioso e che viene anche studiata all’estero.  L’Onorevole ha inoltre portato l’attenzione sulla Legge n. 646 del 13 settembre 1982, nota come Legge Rognoni-La Torre, che introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Il Parlamentare Aiello ha inoltre deciso di parlare di una parte più privata della sua vita raccontando alcune forme di abuso di potere a cui egli ha assistito durante la sua infanzia in provincia di Palermo. Un esempio di ciò è la costruzione di ville attuata dai capimafia palermitani in zone dove c’era la spiaggia, impedendo ai cittadini di andare al mare.  Davide ha inoltre deciso di onorare sua nonna Santa raccontando, proprio nell’anniversario della sua morte, la storia di suo padre Andrea Raja, anche lui vittima di mafia. Luisa Impastato ha invece ricordato la storia di Peppino, che le è stata tramandata in particolare dalla nonna Felicia. Durante la conferenza Luisa ha parlato con grande affetto di questa donna che, scegliendo di portare avanti la memoria del figlio con costanza e coraggio, ha interrotto la tradizione mafiosa del silenzio aprendo le porte di Casa Memoria e facendo in modo che la vita del figlio non venga mai dimenticata. Felicia, aiutata dal figlio Giovanni e la nipote Luisa, è riuscita così a tramandare la storia di Peppino alle nuove generazioni, fornendo così un modello di virtù civica da imitare. “Queste storie hanno segnato e continuano a segnare le nostre famiglie. Mia nonna e sua sorella hanno vissuto senza un padre che le tutelasse. Quando la mafia colpisce lascia una ferita che ci si porta dentro per sempre. Queste storie devono diventare il patrimonio di tutti”, ha concluso il Deputato Aiello.

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