Nello… sviluppo dei secoli, partendo da una favola di Esopo (nato in Frigia, Anatolia Centrale, VI secolo a.C.: scrisse in greco), forse anche di Fedro (nato in Macedonia 20 a.C.: scrisse in latino), si è arrivati alla più complessa narrazione: asino con padre, madre e figlio. Un tempo si raccontava solo di un padre e un figlio. Saggezza storicamente consolidata.
La storiella è nota. La famigliola procedeva per la strada. Sull’asino era salito il padre. Al passaggio la gente mormorava: guardate sull’asino quello, forte e robusto, che fa camminare a piedi la moglie carica anche di un fardello. Salì allora la moglie, ma al passaggio la gente mormorava: quella giovane donna è sulla groppa dell’asino, mentre il figlioletto piccolo e magrolino va a piedi. Allora si fece salire il figlio, ma la gente mormorava: quel ragazzotto pieno di gioventù e di vita, lascia i genitori a terra. Al che, si dice, i tre salirono sulla groppa dell’asino: apriti cielo, la gente si mise a criticare fortemente: è una vergogna, quel povero asinello deve portare quelle tre persone, tutte fresche ed aitanti. Allora tutti proseguirono il cammino a piedi, ma la gente mormorò: sono ben imbecilli, hanno un pimpante asinello e vanno tutti e tre a piedi.
Il favoleggiare può ben delineare una forma di scontento e di critica generalizzata, poiché la gente vede le cose dal suo punto di vista. Chi ha ragione?
Per altro verso e parafrasando, si può raccontare quanto segue. In un paese viveva un Avvocato il quale molto spesso interveniva (gratuitamente) come arbitro in vicende di suoi compaesani. Un giorno da lui si recò un tale il quale gli narrò una certa vicenda avvenuta con altra persona che chiameremo “il tal altro” e gli disse: ho ragione? E l’avvocato disse: sì, hai ragione. Il giorno dopo si recò da lui “il tal altro” e gli narrò la versione ma da un diverso punto di vista e chiese: ho ragione? E l’avvocato disse: sì, hai ragione. Presente ad entrambe le narrazioni era stato il figlioletto dell’avvocato che stava giocando e che disse: ma papà, come fanno ad aver ragione tutte e due. E l’avvocato rivolto al figlio gli disse: hai ragione anche tu.
Possiamo concludere, per quanto possa attagliarsi, con due citazioni di Pubblio Terenzio Afro, un commediografo nato a Cartagine nel 195 a.C. scrittore in lingua latina: “O dei immortali, non vi è di peggio di uno che non sa, ma che non riconosce nulla di giusto se non quello che piace a lui.” Ed ancora, sempre Terenzio: “Si crede facilmente a ciò in cui si spera sia vero.”