Purtroppo la storia la conoscono in pochi, ancor meno quella antica. Altrimenti la maggioranza della popolazione non riterrebbe conquiste moderne quelle che al contrario esistevano già millenni fa, in particolare durante la civiltà romana, sia in forma di repubblica che successivamente di impero. Il reddito di cittadinanza (*), sotto altre forme, esisteva già all’epoca romana e si protrasse per secoli con alcune varianti. Esisteva la miseria, certo, ma nessuno moriva di fame come oggi. E la civiltà romana nell’epoca del suo massimo splendore ed espansione territoriale sotto l’imperatore Traiano raggiunse circa 6 milioni di kmq e una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. Superiore all’impero romano c’era solo quello cinese ma con un’impostazione completamente diversa, nel quale si dava meno valore alla vita umana e il distacco tra l’élite dominante e il popolo era abissale. Disponiamo di questi dati attendibili perché i romani erano ottimi burocrati e amministratori ed erano frequenti i censimenti a scopo fiscale e di controllo politico e demografico, e annotavano tutto nei loro registri e ogni provincia romana inviava periodicamente accurati rapporti a Roma. Ovviamente il reddito di cittadinanza dell’epoca era solo una delle tante conquiste sociali e istituzionali al servizio della cittadinanza, come quelli che potremmo definire gli antesignani corpi dei vigili del fuoco o di polizia urbana, i bagni pubblici (c’era molta più igiene allora che nel corso dell’intero Medioevo), i centri sociali, i luoghi di culto per ogni religione (tutte tollerate), oltre alle avveniristiche e ancora in parte presenti dopo 2000 anni opere dell’ingegno romano, come i ponti, gli acquedotti, le strade, i porti, le fognature, i circhi (gli attuali stadi e ippodromi), i teatri, ecc., mentre le nostre opere in cemento armato dopo 50 anni crollano miseramente. Pensare che la nostra civiltà attuale sia all’apice solo grazie a una fittizia ed effimera tecnologia è un’ingenuità che deriva dall’ignoranza della storia, e non sarebbe male divenirne maggiormente consapevoli, leggendo di più e sproloquiando meno.
(*) Ovviamente in epoca romana quella che potremmo considerare un reddito di cittadinanza antesignano avveniva in modo diverso da quello odierno, ma lo scopo era lo stesso, fornire i mezzi di sostentamento a chi ne era privo. Nei primi secoli della repubblica si assegnarono ai cittadini romani le terre conquistate, in modo da renderle produttive e fornire reddito alle famiglie. Poi man mano che Roma si espandeva, sia come capitale che come territori annessi e come incremento demografico della popolazione, si elaborò allora una nuova forma di reddito garantito a tutti i cittadini romani indigenti, inizialmente consistente nella distribuzione di alimenti (cereali, farina, olio, vino, sale, ecc.), il cosiddetto congiarium (che prende il nome dal contenitore e unità di misura degli alimenti), che antenne la stessa denominazione anche quando fu sostituito in epoca imperiale (da Ottaviano Augusto) dalla distribuzione di somme di denaro, in quantità ritenuta sufficiente per condurre una vita dignitosa ed eliminare la povertà, che in un impero florido ed esteso come quello romano non doveva esistere. Man mano che si estese la cittadinanza romana alle province dell’impero, si estese anche il congiarium.