Ma torto e ragione vanno chiariti sempre!

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Ciò che sul piano storico è indispensabile conoscere per uscire dal pensiero debole.

Primo: gli uomini e le donne della Resistenza fecero la scelta giusta ponendosi contro l’invasore del proprio Paese: i nazisti con i loro collaboratori. Combatterono la buona battaglia tanto quanto a sud i soldati del Regio Esercito a fianco degli Alleati e tutti coloro, più di 600.00, che furono deportati in Germania perché rifiutarono di arruolarsi nell’Esercito di Salò

Secondo: La Resistenza è stata una realtà nazionale e fu fatta certo da partigiani comunisti, ma anche da socialisti, cattolici, giellisti, liberali, militari, monarchici, apolitici, ebrei, carabinieri, suore, sacerdoti, operai, contadini che aiutarono tanti ragazzi a nascondersi a prezzo della vita

Terzo: se la Resistenza certo ha avuto, come sappiamo ampiamente da molto tempo, anche pagine nere che non possono in alcun modo essere scusate, non dobbiamo mai dimenticare che si trattò di una tremenda “guerra civile” con aspetti di efferatezza che non cancellano, però, il fatto che il fascismo di Salò era fuori dalla storia perché schierato con le SS e con una macchina da guerra tedesca che faceva stragi di civili e di persone inermi. Basta andare qui da noi alla Benedicta, a Boves, ma anche soltanto a Villadeati.

Quarto: a chi dice che il fascismo fu sconfitto dagli alleati e non dai partigiani facciamo notare che la Resistenza contribuì a salvare la dignità di un paese che aveva scelto il campo di Hitler, aggredito Francia e Grecia e soprattutto partecipato alla persecuzione degli ebrei. La Resistenza è stata il laboratorio della Repubblica e ha trasmesso, come emerge nella testimonianza di molti partigiani e di molti di coloro che partecipavano alla lotta di liberazione, quella testimonianza di valore che alla base della Costituzione

Quinto: a chi obietta che i partigiani comunisti non volevano la democrazia, ma la “rivoluzione” è indispensabile far capire che solo una piccola parte di partigiani e dei resistenti fece una scelta politica e la maggioranza, come emerge anche da tante storie della Resistenza in Monferrato, decise semplicemente di dire no al bando della leva repubblichina.

Non si possono certo giudicare in blocco i militari di Salò e coloro che fecero, a volte ingenuamente, questa scelta senza vedere che schierandosi con il duce si mettevano dalla parte di criminali sadici, razzisti e antisemiti, ma occorre ricordare che se, alla fine, alcuni di loro pagarono con la vita, molti altri furono risparmiati e poterono vivere in pace senza che a nessuno di loro nella Repubblica fosse impedito di manifestare il proprio punto di vista.

Ciò che occorre dire è che comunque una parte aveva ragione e l’altra torto!

 

Foto in evidenza: Praga, Museo dell’Olocausto

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