Marco Tullio Cicerone (3 gennaio 106 a.C. – 7 dicembre 43 a. C.) fu uno dei Personaggi più importanti dell’ultima Era Repubblicana e, certo, non solo di questa epoca ma in senso assoluto. Nato il 3 gennaio 106 ad Arpino, morto, assassinato, il 7 dicembre 43 avanti Cristo, Politico, Scrittore, Avvocato, Oratore, Filosofo. A 20 anni cominciò a scrivere testi: come avvocato difese Sesto Roscio Armerino, in una vicenda nella quale vi era indirettamente interessato il dittatore Silla, riuscendo a farlo assolvere e per tema di rappresaglie di questi si rifugiò in Grecia e poi in Asia.
Tornato a Roma riprese l’attività di avvocato avendo come scopo di fondo soprattutto quello di moralizzare la Amministrazione dello Stato: quale riconoscimento venne nominato dal Senato Governatore della Sicilia ed in seguito assunse la difesa-accusa dei siciliani contro Gaio Licinio Verre – ex Governatore della Sicilia prima di lui – accusato di concussione, abuso di potere, rapina, violenza ed altro. Verre venne difeso dal celeberrimo avvocato Quinto Ortensio Oralo che però riuscì soccombente. Cicerone percorse vari gradi del Potere. Fu vicino alle posizioni di Gneo Pompeo.
In una Roma sempre più corrotta fu l’artefice primo della lotta contro Lucio Sergio Catalina che stava organizzando un colpo di Stato, nota come “La congiura di Catilina” che egli stroncò con interventi, scritti quali le Catilinarie, giostrando abilmente, con furbizie, con somma determinazione e capacità oratoria e non solo. Intervenendo in Senato convinse i senatori a far dichiarare nemico pubblico Catilina che fuggì da Roma e che alla fine, in uno scontro armato, avvenuto a Pistoia, venne sconfitto nel 62 a.C. e morì. Roma aveva corso un serio grande pericolo. Presente Catilina in Senato, nella sua arringa –accusa, rivolgendosi contro di lui, pronunciò la famosissima frase: “Quousque tandem, Catilina, abutere patienta nostra?” fino a quando Catilina abuserai della nostra pazienza?
Cicerone visse i turbolenti tempi in cui si muovevano, fra molti altri, Personaggi come Gneo Pompeo Magno, Giulio Cesare, Marco Licinio Crasso, Marco Antonio. Di ritorno dalla Gallia varcò il fiume Rubicone, limite di fatto invalicabile per il Senato e per Pompeo che stava in Roma, ruppe gli indugi e disse la celebre frase “alea iacta est”, il dado è tratto: sconfisse in seguito Pompeo a Farsalo il 9 agosto del 48, in Tessaglia.
Il 15 marzo del 44 a.C. Giulio Cesare fu assassinato (le famose Idi di marzo). Marco Antonio amico e collaboratore di Cesare in Gallia, capeggiò la sollevazione del Popolo Romano contro i congiurati uccisori di Cesare condotti da Cassio e Bruto che furono in seguito sconfitti nel 42 a.C. a Filippi, città della Macedonia.
Cicerone considerato molto vicino ai congiurati, fuggì da Roma rifugiandosi in Calabria. Tornato a Roma: pronunciò le famose filippiche contro Marco Antonio, per colpe gravi nella guerra civile che era scoppiata, accusandolo di concussione e corruzione. Nel frattempo Ottaviano pronipote e figlio adottivo di Cesare di anni 19 dapprima in certo qual modo non alleato di Marco Antonio, costituì con lo stesso Antonio ed Emilio Lepido il famoso triumvirato. La situazione per Cicerone peggiorò, venne anche accusato di aver fatto condannare a morte dal Senato gli uccisori di Cesare (appunto poi sconfitti a Filippi) senza interpellare il popolo romano: furono redatte liste di proscrizione: Cicerone, fermato nella sua villa di Formia, venne ucciso il 7 dicembre 43, decapitato.
Uscito di scena Lepido, restarono Antonio ed Ottaviano: si giunse allo scontro fra Antonio (e Cleopatra la sua alleata Regina d’Egitto) ed Ottaviano che li sconfisse il 2 settembre 31 a.C. ad Azio promontorio della Grecia Occidentale nell’Acarnaia Occidentale. Cesare Ottaviano Augusto divenuto il primo vero imperatore di Roma, fu grandissimo e regnò dal 27 a.C. al 14 d.C.: sotto il suo Impero nacque Gesù Cristo in Palestina con Governatore il famoso Ponzio Pilato.
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Riassumendo i Personaggi
Catilina, Pompeo, Cicerone, Cesare, Antonio: morte violenta.
Augusto: morte naturale. Sul letto di morte disse: “Acta est fabula, plaudite” La commedia è finita, applaudite.
Lucio Sergio Catilina, dichiarato nemico pubblico di Roma, sconfitto nel 62 a.C. morì in battaglia.
Gneo Pompeo, nato il 29 settembre 106 – assassinato il 28 settembre 48 in Egitto ad opera di Tolomeo. Sconfitto da Cesare a Farsalo il 9 agosto 48 Tessaglia Orientale -Grecia Centrale.
Marco Tullio Cicerone, nato il 3 gennaio 106 a.C. – morto assassinato il 7 dicembre 43 a.C.
Giulio Cesare, nato il il 12 luglio 100 a.C. – morto assassinato il 15 marzo 44 a.C.
Marco Antonio, nato il 14 gennaio 83 a.C. – morto il 1 agosto 30 a.C. – suicida e con lui Cleopatra.
Cesare Ottaviano Augusto, nato il 23 settembre 63 a.C. – morto di morte naturale il 19 agosto 14 d.C.
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Cesare Ottaviano Augusto inizia la successione degli Imperatori Romani concludendo il passaggio tumultuoso di Roma da Repubblica a Impero, sviluppatosi con Giulio Cesare assassinato dai congiurati- fra cui Marco Giunio Bruto figlio suo di fatto adottivo – che si ispiravano alla forma repubblicana.
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CICERONE
Frasi celebri specie in merito alla “giustizia” contenute nei suoi interventi e scritti.
- La Giustizia è la migliore e la più sublime di tutte le virtù.
Iustitia omnium est domina et regina virtutum. (Cicerone De off. 3, 6, 28.)
- Ricordiamo sempre che anche verso i più umili dobbiamo usar giustizia.
Meminerimus etiam adversus infimos iustitiam esse servanda. (Cicerone De off. off. 13,41.)
- La Legge non è altro che una ragione giusta e di origine divina che ordina le cose oneste e vieta le contrarie.
Est Lex nihil aliud, nisi recta et a numine tracta ratio, imperans honeste, prohibente contraria. (Cicerone Phil.11, 12,28.)
- Le Leggi tacciono in tempo di guerra.
Silent leges inter arma. (Cicero, Pro Milo. 4.10).
- II volgo: poco giudica dalla verità, molto dall’opinione, 10, 20).
Sic est vulgus: ex veritate pauca, ex opinione multa aestimat. (Cic. – pro Roscio)
- Lo spirito, l’anima e la saggezza di un popolo risiedono nelle sue leggi.
Mens et animus et consilium civitatis – posita sunt in legibus. (Cic. pro Cluent 53, 146).
- Tutte le cose che si scostano dal diritto sono incerte.
Omnia sunt incerta, cum a iure discesseris. (Cic. Ep. ad fam. 9, 16)
- L’eccessivo rigore nel giudicare – spesso – è un grande ingiustizia.
Summum ius summa (saepe) inuria. (Cic. Off. 1, 10)