I più curiosi si chiederanno quando e in quali circostanze sia avvenuto lo sdoganamento del prestito in denaro con interessi, pratica ritenuta, per lungo tempo, particolarmente deplorevole e condannabile, finché non è cambiato il punto di vista da cui osservarla, che ne ha messo in luce, al verificarsi di determinate condizioni, i vantaggi sociali che potevano derivarne. Molto sinteticamente, si fece strada la teoria per cui la concessione di crediti per l’avvio di attività produttive utili a tutta la comunità era addirittura da lodare. Il prestito con interessi divenne, quindi, legittimo a patto che non fosse finalizzato al solo accumulo di ricchezza, ma utilizzato quale strumento per raggiungere scopi utili alla collettività. L’importante era fissarne il giusto prezzo oltre il quale si incappava nell’usura. La soluzione contro i tassi usurai, soprattutto nei confronti dei cittadini meno abbienti, fu trovata, a metà del Quattrocento, dal minorita Bernardino da Feltre e dal domenicano Antonino da Firenze, promotori della costituzione dei Monti di pietà, istituzioni senza fini di lucro, che erogavano piccoli prestiti ai poveri in cambio di piccoli pegni, aprendo così, anche alle classi meno abbienti, la possibilità di avviare attività accessibili, altrimenti, soltanto ai benestanti.
Fonte: FiscoOggi.it – di Redazione FiscoOggi – 11 Gennaio 2024