Riforma giustizia: il Consiglio Nazionale Consumatori scrive al Ministro

Grave e ingiustificata la decisione di escludere le associazioni rappresentative della collettività dai processi penali. Da valorizzare, invece, le ADR strumenti alternativi di risoluzione delle controversie.

Nei giorni scorsi, a seguito dell’approvazione della riforma della giustizia, il CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti presso il Ministero dello Sviluppo Economico): Codici – Centro per i Diritti del Cittadino, Adiconsum, Altroconsumo, Asso-Consum, Assoutenti, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, Casa del Consumatore, Codacons, Confconsumatori, Ctcu Bolzano e Movimento Consumatori, hanno chiesto alla ministra della Giustizia Marta Cartabia chiedendo di introdurre una modifica al fine di conservare la possibilità per le associazioni portatrici di interessi collettivi di costituirsi parte civile nei processi penali e, al contempo, di valorizzare le ADR, strumenti alternativi di risoluzione delle controversie. L’articolo 1 bis della nuova legge, prevede l’intervento delle associazioni nel processo solo con il consenso della persona offesa dal reato, negando la possibilità di costituirsi parte civile.

Stralcio della lettera:

Quella che si profila è pertanto una situazione preoccupante. È grazie alle associazioni che la società civile viene rappresentata nei Tribunali ed è chiaro, quindi, che estrometterle dai processi provocherebbe un danno gravissimo alla partecipazione sociale e alla democrazia.

È per queste ragioni che abbiamo deciso di promuovere una campagna di sensibilizzazione per impedire che dietro il paravento della necessaria riforma della Giustizia, venga impedito alla società civile di essere partecipe nei processi, a partire da quelli delicatissimi nei confronti della criminalità organizzata.

La giurisprudenza ha già da tempo elaborato i canoni per qualificare e ammettere le associazioni effettivamente impegnate sulla vicenda oggetto di reato, per tale ragione non si comprende la scelta di estrometterle dal processo. Non è certo una soluzione ai problemi del sistema giustizia, anzi è un modo per affossarlo allontanando ancora di più i cittadini.

Tutto ciò premesso e considerato, le Associazioni chiedono la modifica della riforma nell’articolo in cui di fatto viene negata alle associazioni la possibilità di costituirsi parte civile, garantendo invece la possibilità alla società civile di poter continuare a difendere in aula, come fatto finora, i diritti delle persone deboli a partire dai processi che riguardano la criminalità organizzata.

Le scriventi Associazioni – dichiarano Ivano Giacomelli (Segretario Nazionale di Codici), Danilo Galvagni (Vicepresidente di Adiconsum), Luisa Crisigiovanni (Segretario Generale di Altroconsumo), Ettore Salvatori (Presidente di Asso-Consum), Furio Truzzi (Presidente di Assoutenti), Alessia Stabile (Presidente Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi), Giovanni Ferrari (Presidente di Casa del Consumatore), Marco Ramadori (Presidente di Codacons), Mara Colla (Presidente di Confconsumatori), Gunde Bauhofer (Direttrice di CTCU Bolzano), Alessandro Mostaccio (Segretario Generale di Movimento Consumatori) – sono da sempre impegnate nella tutela dei cittadini, utenti e consumatori, promuovendo iniziative che mirano a salvaguardare i loro diritti.

Il Presidente Provinciale

Alessandra Bozzo

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