ROMA dopo le guerre puniche
Dopo le guerre puniche Roma subisce delle crisi interne dovute anche alla sua grandezza, al contrasto fra ricchi e poveri, ad uno Stato in evoluzione, ad una crisi morale. In questa mia rapida narrazione riferisco in generale in specie solo guerre che si è visto sono state via via di conquista. Comunque, dopo la distruzione di Cartagine molte e convulse sono state le vicende interne ed esterne e di rilievo sono stati molti personaggi.
Ricordiamo anche solo per nome il famoso Catone detto il Censore (184 a. C.: periodo all’incirca). Di fronte ai grandi mutamenti che avvenivano in Roma (ricchezze, lusso, influenze del mondo greco e quindi civiltà superiore e raffinata), l’antica semplicità romana stava mutando rapidamente ed egli si oppose volendo che i Romani ritornassero alla “antica virtù”. Virtù espressa dallo scrittore Ennio (nato nel 239 a.C.) “Moribus antiquis res stat Romana virisque”: “la forza di Roma poggiava sui costumi e sugli uomini antichi”.
- La guerra contro Giugurta (111 – 115 a. C.).
- La minaccia dei Barbari (Caio Mario introdusse per la prima volta l’aquila come simbolo del potere di Roma e delle legioni contro i Cimbri e guerra contro i Teutoni 104 -101 a.C.: l’aquila simbolo di Giove, ad ali spiegate con fra gli artigli la folgore, espressione della potenza di Roma protetta dagli dei, in testa alle legioni romane.
- La nuova legge agraria, la guerra sociale e cioè le rivolte degli Italici che erano “soci”.
- Tiberio e Caio Gracco, fratelli (133-121 a.C.: lotte civili) pur appartenendo alla alta aristocrazia romana, si schierarono dalla parte opposta appoggiando le classi più povere. Tiberio fece approvate ad esempio una legge agraria che assegnava a contadini in dissesto piccole proprietà terriere. La madre Cornelia era figlia di Scipione l’Africano. È passato alla storia il comportamento di Cornelia che, parlando dei due figli, li definiva “i miei gioielli” a fronte di chi vantasse ricchezze e forme di nobiltà tradizionali. Essi tentarono di introdurre in Roma una democrazia di tipo greco. Tiberio venne ucciso in uno scontro. L’opera fu proseguita da Caio: anche lui venne contrastato e, assediato, si fece uccidere da un schiavo.
- La prima guerra mitridatica (87-85 a. C.), la guerra civile fra Caio Mario e Lucio Cornelio Silla, la dittatura di Silla (82-79 a. C.), Geo Pompeo (76 a.C.).
- La rivolta dei gladiatori “La guerra servile” (Spartaco 73-71 a. C.). Essa raggiunse 70.000 schiavi guidati dal trace Spartaco. Interessanti – il che emerge anche dal film specifico – le discussioni che avvenivano in Senato. Dopo alcune loro vittorie che rendevano sempre più pericolosa la rivolta, il Senato inviò con un forte esercito il console Marco Licinio Crasso che ebbe il sopravvento su Spartaco.
- La guerra contro i pirati (67 a. C.), la seconda e terza guerra contro Mitridate (75 – 73 a.C.).
- Cicerone e la congiura di Catilina (64 a. C.).
- Il primo triumvirato (Pompeo-Cesare-Crasso 60 a. C.), Cesare in Gallia (58 a.C.) contro Ariovisto, contro i Belgi, contro le rivolte in Gallia (56-53 a.C.)
- Il secondo triumvirato (58 a. C. Cesare, Pompeo, Crasso), rivolte in Gallia (56-53 a.C.).
- La guerra civile fra Cesare e Pompeo, Cesare passa il Rubicone dopo aver detto la famosa frase: alea jacta est, il dado è tratto (49 a. C.), Cesare da ultimo sconfigge Pompeo a Farsalo (48 a.C.), Pompeo si rifugia presso Tolomeo re d’Egitto che lo fa assassinare, Cesare in Oriente e campagna in Africa (48 – 45 a.C.).
- Le idi di Marzo (15 marzo del 44) e uccisione di Cesare colpito da 23 pugnalate da un gruppo di congiurati fra cui Decimo Bruto che aveva adottato come figlio, cadendo in Senato ai piedi della statua di Pompeo. Cesare aveva intravisto che Roma si sarebbe trasformata in un Impero e di fatto, di fronte al suo potere ormai immenso, il conflitto fra Senato (sempre più svuotato delle sue attribuzioni) e Partito Democratico era cessato.
- I congiurati avevano sperato di riportare Roma alle antiche forme repubblicane, ma Roma proseguì il suo corso sulle prospettive gettate da Giulio Cesare e cioè L’Impero con un tipo di Monarchia assoluta. Il giorno dei funerali di Cesare, Marco Antonio, tessendone l’elogio, lesse il suo testamento con il quale lasciava al popolo romano immense ricchezze: il popolo si sollevò costrinse i congiurati a fuggire da Roma.
- Rientra a Roma Caio Ottaviano, parente di Cesare e da lui adottato. Primo triunvirato Antonio – Ottaviano – Lepido e secondo triumvirato Antonio-Ottaviano e Lepido (43 a.C.). Antonio ed Ottaviano dopo contrasti fra di loro con fase di guerra civile, si riaccordano e vanno ad affrontare i congiurati che si erano organizzati. In Macedonia, a Filippi i congiurati vengono sconfitti: Bruto e Cassio si uccidono buttandosi sulle loro spade. Si stabilisce che a Lepido viene affidata l’Africa, ad Antonio l’Oriente, mentre Ottaviano resta a Roma: la scelta di Ottaviano per Roma indica chiaramente le prospettive che aveva in mente. Famosa la visione che Bruto avrebbe avuto del fantasma di Cesare che gli avrebbe detto: ci rivedremo a Filippi.
Da questo momento inizia il grande duello fra Marco Antonio ed Ottaviano Augusto che terminerà con la vittoria su Antonio e Cleopatra ad Azio 31 a.C. in Grecia. Antonio si uccise, Cleopatra venne trovata morta con due fedelissime ancelle per evitare si essere aggiogata al carro del vincitore.
(Continua – 5 di 6)