Casale in fondo, storicamente, non sta facendo altro che portare avanti le sue tradizioni e consuetudini popolari e politiche. Quantomeno da quando in Pieno Medioevo ha rinunciato alla libertà comunale per sottomettersi a qualche signore di turno, in primis gli Aleramici Di Monferrato.
Genuflessi, questuanti, autoflagellanti (magari col cilicio), autocommiseranti, patetici, protesi alla captatio benevolentiae, e invocanti la benevolenza e la clemenza della corte, ecc., questi sono i casalesi che hanno gestito la città e il territorio per lungo tempo.
Se continueranno a invocare le autorità di insediare qualcosa di valore economico sul territorio, finiranno per ottenere una discarica di rifiuti pericolosi o qualche insediamento produttivo a elevato impatto ambientale e sanitario, tanto per proseguire in una tradizione storica che ha reso Casale una città martire, e in quanto tale, avendo accumulato esperienza, potrebbe proseguire con qualche modesta variabile. Così, forse, gli ottusi amministratori locali finalmente capirebbero quanto si debba e si possa contare politicamente sui loro politicanti complici di partito che stanno gerarchicamente sopra di loro. Sempre disponibili finché si tratta di presenziare e fare qualche selfie per i social network o i media locali, ma per le cose serie si devono ancora attrezzare.
Per non aver voluto capire che i partiti sono associazioni a delinquere a scopo affaristico e non aver votato l’unica alternativa locale, le liste civiche, i casalesi si meritano quello che stanno subendo e potranno solo continuare a illudersi e organizzare feste, sagre, notti rosa e dark, esposizioni d’arte, mercatini, ecc., cioè semplice intrattenimento e distrazione, similmente ai pagliacci che si recano negli ospedali per strappare qualche sorriso ai malati gravi.