Si parla e si scrive di necessaria riforma della Giustizia. Allego una brillante poesiola scritta in occasione del “Simposio Avvocati Penalisti ad Alessandria 21 febbraio 1994” intitolata “Il NUOVO C. P. P.” e cioè il Nuovo Codice di Procedura Penale che avrebbe dovuto essere più “garantista”, questo essendo aspetto oggetto di discussioni. Interessante perché già allora da tempo si parlava di riforma ed era entrato in vigore il Codice “Vassalli” che però subito apparve, si dice essere non molto garantista, con norme incerte ed arruffate. Si fa riferimento a Personaggi per i quali, all’occorrenza, ognuno potrà fare gli accertamenti che vorrà, con riferimento sul finire al noto ciclista, senza nominarlo (e cioè Gino Bartali) che soleva dire che tutto era da rifare; conclude infatti la poesiola “anche per questo Codice possiamo riesumare, perché, non c’è alcun dubbio: “È tutto da rifare!”.
Possiamo ricordare una satira di Quinto Orazio Flacco in cui si dice “Ridentem dicere verum: quid vetat?”: dire il vero ridendo, scherzando, cosa lo vieta? Il poeta latineggiante francese Jean de Santeuil sulla base delle arguzie con riferimento alle provenienze latine (non solo Orazio), scrisse “Castigat ridendo mores”: corregge i costumi ridendo.