Alcuni anni fa leggendo un romanzo di Michael Crichton, l’autore di Jurassic Park, incontrai una frase pronunciata da un vecchio e stravagante storico: “se non conosci la storia sei un perfetto ignorante sei una foglia che non sa di essere nata dall’albero”. Riflettei…! Mi ritengo da sempre un appassionato di storia, sia ben chiaro non mi definisco uno storico, ai nostri tempi sono già molti che si fregiano impropriamente di questo titolo, ma semplicemente un conoscitore di ciò che accadde… La mia formazione avvenne, al di là di quella scolastica, iniziando a leggere da giovanissimo il mensile “Storia Illustrata” edito da Mondadori. Aveva una peculiarità, approfondiva con chiarezza senza faziosità (questo lo compresi ovviamente col tempo) i più disparati momenti della storia, soprattutto ciò che non si trovava, se non marginalmente, sui testi scolastici. Ne è di esempio che già nei primi anni ’60 affrontava con lucidità la tragedia delle “foibe”. Col passare degli anni col susseguirsi degli approfondimenti e la caduta di ogni reticenza che ne era seguita dal dopo guerra, mi resi conto che ciò che avevo appreso all’epoca era praticamente in misura sintetica ciò che corrisponde all’attuale conoscenza dei tragici fatti accaduti. Quindi fin dagli anni ’60 la tragedia delle foibe era molto presente in me. Purtroppo successivamente la politica-partitica non ha resistito dallo strumentalizzare questo tragico evento storico. Il perché di questa mia riflessione è motivata dal dibattito che si è verificato sui media a seguito della decisione da parte dell’Amministrazione di titolare un’area di via XX Settembre alla memoria di Norma Cossetto, ragazza di 23 anni, seviziata, stuprata, violata e uccisa da partigiani jugoslavi ed italiani nel ’43, perché appartenente al gruppo Universitario Fascista e successivamente gettata in una foiba (appositamente non uso il verbo che ne è derivato, poiché lo reputo semplicemente orrendo). Considerando che a Casale sussiste già una stele che ricorda le vittime delle foibe, mi viene istintivamente una domanda, come pure ho riscontrato anche in altre persone, non c’è strumentalizzazione politica-partitica in questa decisione? Penso che nel momento in cui il titolare una via, una piazza, un giardino, un luogo ad un personaggio, e tutto ciò crei un controverso dibattito, dovrebbe fare riflettere sia sull’opportunità che sulla tempistica. Guai sminuire ciò che avvenne in quell’infausto periodo storico che ha causato molte migliaia di vittime trucidate. Voglio anche ricordare le tre sorelle Radecchi, rispettivamente di 21, 19 e 17 anni, colpevoli di essersi soffermate a parlare con dei militari di una vicina caserma, che tragicamente ebbero la stessa sorte di violenze di Norma Cossetto. Avrei preferito che queste vittime fossero ricordate non per la loro appartenenza politica, ma perché donne, donne violate che rappresentano sempre la parte più fragile di ogni conflitto!
Come spiega il professor Alessandro Barbero, memoria e storia non sono la stessa cosa, la memoria rappresenta fatti storici da ricordare, mentre la storia è il capire e sapere cosa è successo davvero. Analizzando questa riflessione, comprendiamo meglio il significato di come ricordare una persona, un fatto, un luogo, se così non avviene avremmo una toponomastica politica, quindi distorta.
Due anni fa feci una così detta vacanza culturale, visitando, nei pressi di Trieste, le trincee della prima guerra mondiale dove persero la vita tantissimi nostri giovani. Successivamente visitai la “Foiba di Basovizza” considerata il simbolo della tragedia delle foibe. In realtà si tratta di un vecchio pozzo minerario profondo più di 220 metri dove furono sepolti un numero imprecisato di militari e civili trucidati dai partigiani comunisti di Tito. Successivamente visitai a Trieste la Risiera di San Saba che fu un lager nazista dove vennero uccisi un gran numero di detenuti prevalentemente prigionieri politici ed ebrei, successivamente cremati. Questi due luoghi e i relativi musei che meritano di essere visitati, rappresentano a pieno il significato della follia umana, verso il quale dobbiamo sempre vigilare!
Tornando alla toponomastica cittadina tra storia e memoria l’insegna “Piazza Divisione Mantova”, che ricorda la storica Unità dell’Esercito italiano, posta nella parte ovest del Castello Paleologo, versa inspiegabilmente in stato di degrado da anni…!
E, sempre a proposito di storia e memoria, come è possibile che a Casale non ci sia nulla che ricordi degnamente il più importante statista italiano del dopoguerra, Alcide De Gasperi? Eppure nel ’48 ebbe una breve, ma forte presenza a Casale anche con il famoso incontro istituzionale al Santuario di Crea con il ministro degli esteri francese Bidault, come narrato con estrema attenzione e maestria da Gianni Turino. Riteniamo sia giunto il momento per ricordare degnamente questo grande statista, padre della ricostruzione dell’Italia del dopoguerra.