Tempi che furono

Nel dopo guerra, passati i primi momenti in cui i Partiti espressione della Nazione che stava rinascendo avevano lottato, combattuto e contrastato il Fascismo, apparve subito chiaro che il dualismo Politico-Partitico nettamente opposto ed anzi avversario, sarebbe stato per molto tempo – e chissà fino a quando -, rappresentato essenzialmente dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Comunista Italiano. Entrambi i Partiti si andarono subito e sempre più organizzando e strutturando.

A Casale la DC proponeva persone di varia età, dal grande entusiasmo, dal gran impegno pieni di notevoli iniziative. Venne costituito il Direttivo del Partito, Organo Collegiale che esprimeva i vertici politico-amministrativo, e così il Comitato Esecutivo, il Segretario Politico, il Segretario Amministrativo, ed altre cariche. Venne altresì costituito il Gruppo Giovanile – Direttivo Giovanile che eleggeva il Delegato Giovanile. La stessa organizzazione via via si andò formando nei Comuni specie maggiori che facevano parte del Monferrato Casalese e non solo e che… dipendevano dalla DC di Casale.

Nel 1959, come da dichiarazione del segretario politico Cesare Corona, mi iscrissi alla Dc di Casale: poco dopo venni nominato delegato giovanile di Casale e del Monferrato Casalese e qualche Comune altro.

La Dc di Casale aveva a disposizione una autovettura utilitaria Fiat di dubbia efficacia (non ricordo più di che cilindrata 500 mi pare) targata Roma: veniva dalla Dc di Roma, ma forse era stata acquistata da democristiani casalesi.

Riccardo Triglia ed io eravamo giovani (Riccardo aveva 3 anni meno di meno). Allora non si andava in ferie, chi ancora non lavorava… stava a casa. Due o tre giorni prima di ferragosto, Riccardo arrivò a casa mia (abitavo al Ronzone davanti alla… Eternit) e mi disse: Giancarlo, andiamo al mare alcuni giorni con la auto? Siamo all’incirca negli anni 1960 – 1961. Fui subito d’accordo e proprio il giorno di ferragosto mi pare poco prima di mezzogiorno, arrivò con la detta autovettura. Sopra aveva qualche panno, due lenzuola, due copertine, qualche indumento. La macchina era stracarica. Salutammo mia madre e partimmo. L’idea sua era di andare al mare e verso sera salire sull’entroterra, cercando un posto sotto le piante ed ivi passare le notti.

Per la strada nessuno, ma nessuno!!! Non vi era la Autostrada. Facemmo la Scoffera con ogni tanto un autocarro che arrancava, come del resto noi. Posti per noi del tutto sconosciuti: giunti dopo Rapallo, riposatici un po’ sotto una pianta in località abitata che non ricordo e comunque al mare, andammo in un bar e mangiammo un panino. Poi andammo a vedere un film Western e quindi, a notte ormai inoltrata, cominciammo a risalire la strada a curve strette (o una stradicciola fra alcune delle stradicciole) verso le montagnole che vi erano. Un silenzio assoluto, non una macchina, non una persona, un cielo limpido e stellato il tutto alla ricerca a vista di un luogo ove fermarci e passare la notte. Ci fermammo alcune volte ai lati strada, ma per motivi vari, non trovavamo un posto accettabile: per non salire troppo ed allontanarci sempre più nel buio e nel silenzio, percorremmo avanti e indietro alcuni tratti. Finalmente sù della salita, vedemmo un discreto slargo, ci fermammo, pur notte faceva abbastanza caldo, prendemmo le lenzuola, le copertine, due panini, lasciammo la macchina lì e, a piedi, salimmo sotto le piante. Dopo poco, sempre avendo in visione l’auto ferma, trovammo una piccola parte di terreno quasi pianeggiante.

Era ormai notte inoltrata, oltre mezzanotte. Riccardo Triglia nell’arco di 10 minuti si addormentò. Io invece non riuscivo a dormire, ero inquieto, sentivo rumori strani. Passò un bel po’ di tempo e ad un certo punto dall’alto più elevato della montagna e sempre ovviamente sotto le piante (noi eravamo coricati praticamente per terra) vidi in lontananza una luce tremolante filtrare e via via avvicinarsi. Allora mentre Riccardo dormiva e mi spiaceva svegliarlo, quatto, quatto mi spostai di un bel po’ di metri e mi misi dietro una piccola siepe per controllare la situazione. La luce appunto tremolante fra la vegetazione, si avvicinava sempre più. Ad un certo punto sentii un fruscio di un qualcosa che si avvicinava e, anche per la luna che filtrava, mi parve e del resto intravvidi, un cane che arrivò vicino a dove dormivamo e nel frattempo con… evidente la pila in mano, una persona che scendeva quasi di corsa. Il cane gironzolò un po’, la persona si fermò a qualche metro illuminando il… giaciglio con Riccardo, poi si allontanò, scese ancora un po’, inquadrò l’autovettura ferma. Poi più in là risalì e scomparve.

In definitiva – come accertammo il giorno dopo – ci eravamo fermati dove un po’ più in su si trovava un fabbricato-cascina. Quell’uomo accertata e capìta la situazione, se n’era andato. Aspettai un po’ e quindi ritornai al giaciglio dove Riccardo nel frattempo si era… quasi svegliato e mi disse: che cosa c’è? Questa volta anch’io mi addormentai quasi subito.

La mattina dopo, Riccardo mi svegliò e mi disse: sveglia che il sole è alto!!! Aveva dormito di fatto tutta la notte senza accorgersi di niente!!!

La sera successiva… dormimmo ancora lì per non tornare subito a casa, e quindi tornammo a casa: e questa volta dormii davvero!

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