Più volte ho pubblicato, da più di un anno, mie osservazioni e giudizi sullo scrittore greco-ateniese Tucidide e su quanto scrisse e di valore imperituro. “Tucidide nel V secolo a. C. descrisse la Guerra del Peloponneso fra Atene e Sparta, riportando dichiarazioni risalibili a personaggi politici e militari della detta guerra oltre a valutazioni sue proprie: un qualcosa di unico prima di allora, e che tale si ripropose nei secoli a seguire e così anche oggi. Una grandiosità straordinaria”.
La guerra Russia-Ucraina presenta “il fatto” apparso subito inequivocabile: la invasione, imprevista, improvvisa, brutale, da parte della Russia avvenuta il 21 febbraio di questo 2022. Si tratta di uno sconvolgimento mondiale le cui conseguenze sono in fase di continuo sviluppo sotto ogni profilo, politico, militare, economico, sociale, di alleanze, ecc… ecc… Detta invasione, per qualche tempo, contestata come tale da filorussi, da professori e studiosi russofili e non solo, da persone legate alla Russia per motivazioni vari ed anche economiche, oggi nel Mondo libero e non collegato alla Russia, è ormai praticamente universalmente riconosciuta, salvo eccezioni sempre più rare anche da comprendersi.
Per semplicità di immediati riferimenti, limitiamoci a recitare quanto fin dall’inizio del primo libro dicono gli Ateniesi, gli Spartani, i Corinti per citare riferimenti specifici ed appunto valevoli per sempre. Dicono gli Ateniesi rivolti agli Spartani:
“Considerate in anticipo, prima di trovarvici, quanto è grande l’incertezza della guerra. Se si prolunga, di solito si affida alla sorte, e la sorte è tanto lontana da noi che da voi, e si affrontano i pericoli senza sapere in qual modo la guerra andrà a finire. Gli uomini, quando vanno alla guerra, si rivolgono prima a quella cosa che dovrebbero far dopo, cioè all’azione, ma, una volta provata la sventura, si volgono a discutere. Ma noi non siamo ancora incappati in nessuno di questi errori, come vediamo che non lo siete voi, e vi diciamo: finché la scelta di una saggia decisione è possibile per entrambe le parti, non rompete i patti, non violate i giuramenti, ma accomodate le contese per vie legali, come vuole l’accordo. Se no, invocando a testimoni gli dei che proteggono i patti, coi mezzi che voi ci mostrate cercheremo di respingere chi comincia la guerra”.
Afferma Archidamo, re degli Spartani (o Lacedemoni), uomo che aveva fama di essere prudente, con riferimento a quanto detto dagli Ateniesi parla ai suoi spartani:
“Io stesso sono già esperto di molte guerre, o Lacedemoni, e vedo che lo sono quelli che tra di voi hanno la mia stessa età, sì che nessuno per inesperienza può desiderare la guerra (come potrebbe capitare ai più), né considerarla una cosa buona e sicura”. “… ma vi dico di non prendere ancora le armi, bensì di inviare ambascerie e lamentarvi, senza minacciare troppo la guerra e senza far vedere che cederete: intanto preparate i vostri mezzi col procacciarvi alleati tra i Greci e tra i barbari… E se daranno ascolto alle nostre ambascerie, tanto meglio, se no, dopo aver lasciato passare due o tre anni, inizieremo la guerra meglio preparati, se ci parrà opportuno”.”… bensì, se mai, considerare i piani dei nemici come equivalenti ai nostri e la sorte che capita come non determinabile dal ragionamento. Sempre ci dobbiamo preparare nell’azione come se andassimo contro nemici assennati, e non facciamo dipendere le nostre speranze dai loro eventuali errori, ma dalla nostra sicura preveggenza. Non bisogna credere che un uomo sia molto diverso dagli altri, ma invece che è più forte chi è stato educato nelle più dure difficoltà”.
I Corinti “… esistono per noi altri modi di fare la guerra, come il provocare la defezione degli alleati… elevare un forte nel paese avversario per far guerra di lì, e altri mezzi che ora è difficile prevedere. “… poiché la guerra non procede affatto secondo norme stabilite, ma da sé escogita per lo più i mezzi adatti all’occasione”.
Su La Stampa di mercoledì 28 giugno scorso 2023 una intera pagina è dedicata allo spettacolo che Alessandro Baricco, autore e regista di Tucidide. Atene contro Melo, ha recentemente messo in scena al Festival dei Due Mondi di Spoleto in prima assoluta. Si tratta di un episodio all’interno della guerra del Peloponneso che narra come l’isola di Melo si rifiutò di sottostare ad Atene; la flotta ateniese strinse d’assedio l’isola e gli ambasciatori ateniesi in un terribile conflitto e scontro verbale con i Melesi, cercarono di piegare l’isola senza riuscirsi talché la distrussero: tempo fa ne ho riportato sul sito Nuove Frontiere di Casale ampi scorci. Scrive La Stampa “Quante guerre sono nate da defezioni simili a quelle dei melii! Per questo Tucidide è maestro e bisognerebbe rileggerlo ogni tanto per imparare da vicende passate a non ricreare scenari identici ugualmente pericolosi”.
Concludendo, una riflessione e considerazione. La Russia ha vantato e vanta delle ragioni per la invasione che, fra l’altro, ancora il giorno prima negava di voler fare: ed allora, dato che essa fa anche e soprattutto parte del ristrettissimo Consiglio di Sicurezza dell’Onu (composto di solo 5 membri ed al vertice del Mondo) con un potere immenso, perché non ha proposto lì le sue lagnanze e le sue richieste, affinché si discutesse lì e tutto il Mondo vedesse e sentisse e discutesse, ed ha preferito invece invadere la Ucraina? La risposta non può che essere ovvia.