Su questo sito di Nuove Frontiere, il 29 maggio 2023 veniva pubblicato un mio articolo col titolo: “Correva l’anno 1984”. Dicevo che a Casale non si riusciva a formare una maggioranza stabile con una Giunta Comunale stabile. Certo oggi dopo tanti anni e con la scomparsa di Personaggi di rilievo di ogni Partito che vissero quell’anno 1984 e non solo quello, quegli avvenimenti narrati sono affidati alla Storia della Politica Casalese. Può valere però la pena di leggere cosa avvenne, seppur in sintesi, e come la tormentata vicenda della continua instabilità politica della nostra città si concluse, citando intanto qui la fotocopia del Monferrato con scritto: “Riccardo Coppo sindaco di Casale” e che Nuove Frontiere pubblicò con il detto articolo.
Il giornale Il Monferrato del 16 giugno 2023, pubblicò altra mia lettera in cui sostanzialmente riproposi quanto avevo scritto su Nuove Frontiere, ma con altresì ulteriori e diverse osservazioni e rilevazioni dando questo titolo: “Così il pentapartito risolse la crisi di Casale”.
Ecco il testo della mia lettera e di cui sul Monferrato del 16 giugno 2023. Titolo del Monferrato: “Così il pentapartito risolse la crisi di Casale”
Il dopo guerra in tutta Italia e così in Casale Monferrato fu caratterizzato per anni dalla preminente presenza dei due principali Partiti: la Democrazia Cristiana (DC) ed il Partito Comunista (PCI). Altri Partiti furono sistematicamente sulla scena politica, come il PSI, il PSDI, il PLI, il PRI. Il tutto, sintetizzando e con approssimazione, durò fino alla caduta del Comunismo in Russia e così fino agli anni 90.
A Casale ad un certo punto si venne a creare una situazione in cui, per motivazioni varie, di fatto non si riusciva a comporre una maggioranza di certa stabilità politico-amministrativa.
Ho già avuto modo di narrare in altra sede (da vedere il sito di Nuove Frontiere il 25 maggio) lo svilupparsi della “crisi” che stava investendo l’amministrazione della città, citando in modo esplicito, e per flash, titoli e sottotitoli dei nostri media ed altri, con qualche accenno illustrativo in più a cominciare dal 1° marzo 1984 e con la indicazione, data per data di oltre 10 giornali.
Comunque, in definitiva, questa era la convulsa situazione politico-amministrativa che continuava a non avere uno sbocco realizzativo efficiente, ma, al più, solo formazioni varianti, occasionali e temporanee di maggioranze politiche-amministrative casalesi incerte e traballanti.
E così si arrivò alla riunione del Consiglio Comunale del 7 dicembre 1984, quando nella notte, si verificò quello che, in silenzio e segretezza, era stato preparato da qualche tempo in sede partitica (di certi partiti), e cioè quanto definito nei giorni a seguire, un “colpo di stato”, “una svolta storica”, “un colpo di scena”. Avvenne infatti in Consiglio comunale la votazione per la elezione della nuova Giunta comunale, che ebbe un esito del tutto imprevisto per la stragrande maggioranza della gente, sorprendendo tutti salvo una manciata di persone, e che pose fine ad ogni incertezza, dando vita ad una maggioranza di governo della comunità forte e stabile.
Superfluo immaginare quali e quanti contatti siano intercorsi. Quello che stupì fu l’assoluto silenzio che avvolse per giorni e giorni le lunghe, complesse e segrete trattative tra i protagonisti dell’avvenimento. D’altra parte, se fosse filtrata anche solo qualche vaga indiscrezione, ogni operazione sarebbe fallita ed anzi non sarebbe neppure proseguita.
Cito qui semplicemente i tre giornali che seguirono il 7 dicembre 1984.
‘La Stampa’ del 9 dicembre 1984: “Un colpo di scena nel Consiglio dopo le elezioni amministrative-Il Psi di Casale si è diviso ed esce Sindaco Coppo (Dc)”, “L’elezione con il voto favorevole di cinque dissidenti socialisti – La Giunta formata da Paolo Ferraris (Dc), Paolo Arrobio (Psdi), Guido Cattaneo (Pri), Aldo Agatelli e Pietro Timossi (Psi) ed Eugenio Viale (Pli)”, “Irata reazione del capogruppo Oddone (ex sindaco). Domani la riunione socialista…”
‘La Vita Casalese’ del 13 dicembre 1984: “E stata una svolta storica” scrive Paolo Busto. “Colpo di scena al Consiglio comunale di venerdì”. “Coppo Sindaco e Giunta di pentapartito, con metà Psi di Oddone all’opposizione”.
‘Il Monferrato’ del 11 dicembre 1984. “Il ‘25 luglio’ di Mario Oddone” di Mario Verda. “Riccardo Coppo Sindaco di Casale. I socialisti si sono spaccati in due”. “Il democristiano eletto venerdì notte a capo di un Pentapartito allargato”. “Riccardo Coppo Sindaco di Casale. I socialisti si sono spaccati in due”. “Hanno votato a favore della Giunta Cardillo, Luparia, Timossi, Agatelli e Rossi – Oddone all‘opposizione”. “Ha aderito alla coalizione anche l’unione pensionati”. “Gli assessori della nuova giunta, votati dalla Dc, Psdi, Pli, Pri,5 Psi”. Il vice sindaco dovrebbe essere Aldo Agatelli…”
Nel Psi, si è detto, avvenne quanto è anche facile immaginare. In sede provinciale, la direzione, nel gennaio 1985 espulse i 5 dissidenti. Esternamente questa pareva essere la situazione definitiva, senonché pochi mesi dopo nel maggio 1985 la stessa direzione provinciale del Psi li riammise nel partito. La vicenda si chiuse così. E la città, acquistò una stabilità Amministrativa sempre più necessaria a fronte dei gravi e grandi problemi che si presentavano a cominciare “dalla questione amianto”.
Per concludere, circa due anni dopo, sul Monferrato del 30 gennaio 1987 con riferimento ad una vicenda in atto nel Comune di Cerrina, Mario Oddone scrisse una lettera alla quale il giornale diede questi titoli “Mario Oddone solidale con il Sindaco di Cerrina. Un consiglio a Cavallo (Sindaco di Cerrina): non dare le dimissioni. Parallelismi e similitudini con le vicende di Casale. Dure accuse rivolte alla DC”. Nella lettera illustrativa delle sue opinioni, Oddone ad un certo punto diceva: “A proposito, mi viene in mente che, quando la D.C. casalese acquisì il Quadrifoglio e gli altri partiti, non ne fece certo un momento di dibattito politico, ma piuttosto la torta fu divisa con i sacri patti nello studio di un noto avvocato democristiano di Casale. Erano presenti Cardillo per il Quadrifoglio, Ferraris segretario provinciale per la D.C. e il consigliere Viale per il Pli. Gli altri partiti non c’erano perché a Casale non contavano niente per la DC”. Le cose furono naturalmente molto più complesse di quanto espresse Mario Oddone, perché molto complessa, incerta, traballante, era la situazione politica-amministrativa della città che usciva dalle elezioni amministrative. Il risultato, comunque, fu appunto il raggiungimento di una stabilità e relativa serenità di governo, troppo a lungo sperata ed inseguita e che ora si era realizzata.